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Vent’anni dall’incendio nel Duomo di Torino che stava per bruciare la Sacra Sindone

L’11 aprile 1997 un incendio divampato nella Cappella della Sindone di Torino rischiò di distruggere in una sola notte l’antica reliquia simbolo della città, il Duomo e Palazzo Reale.
A cura di Redazione Cultura
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La notte dell’11 aprile 1997, erano da poco passate le 23, un terribile incendio divampa nella Cappella della Sindone di Torino, che si trova al centro tra il Duomo e Palazzo Reale. A dare l’allarme lo stesso parroco del Duomo, don Francesco Barbero. Ci vuole l’intera notte per riuscire a domare l’incendio e il bilancio finale è molto pesante: le fiamme hanno divorato l’intera cappella seicentesca opera di Guarino Guarini e uno dei torrioni di Palazzo Reale con all’interno molti dipinti di valore.

Solo pochi anni prima, nel 1995, la Sacra Sindone che la tradizione identifica come il sudario che ha avvolto il corpo di Cristo, era stata però spostata da lì per consentire alcuni lavori di restauro nella Cappella ed era stata provvisoriamente collocata alle spalle dell’altare maggiore del Duomo, proprio al centro del coro.

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Pur essendo custodita in una robusta teca d’argento con spessi vetri antiproiettile se la Sindone si fosse trovata al suo posto sarebbe andata certamente distrutta a causa delle altissime temperature, oltre mille gradi, raggiunte all’interno dell’edificio durante l’incendio.

Temendo rischi di crolli o possibili danni provocati dal getto degli idranti, intorno all’1:30 di notte i vigili del fuoco hanno comunque deciso di portare a spalla la pesante teca fuori dal Duomo di Torino e mettere al sicuro la Sindone. Il luogo scelto per conservare l’antica reliquia è il Palazzo Arcivescovile dove due giorni dopo il Cardinale Giovanni Saldarini, insieme con alcuni membri della Commissione Internazionale per la Conservazione della Sindone, hanno potuto accertare che non aveva subito alcun danno.

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Una grande folla di cittadini che aveva invaso la piazza davanti al Duomo e la vicina via XX Settembre, ha salutato con un applauso il salvataggio della teca che è stata subito caricata su un'auto della polizia e scortata fino al Palazzo Arcivescovile.

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