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Venezuela, 21 detenuti muoiono dopo aver assunto un cocktail di farmaci per protesta

I carcerati avevano dato inizio a una protesta, ma inspiegabilmente centinaia di loro hanno assunto un cocktail di farmaci che si è rivelato mortale.
A cura di D. F.
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Ventuno detenuti di un carcere di Caracas sono morti a causa di un'intossicazione da farmaci. A renderlo noto è stata una Ong, ma la notizia è stata confermata anche dalle autorità locali. I prigionieri del penitenziario Uribana, nella regione di Lara, avevano dichiarato di voler iniziare uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione, definite inumane, e i trattamenti delle guardie carcerarie. La protesta non si è però fermata allo sciopero della fame: i detenuti hanno infatti assunto un cocktail di farmaci , probabilmente per richiamare l'attenzione dei mezzi d'informazione e dell'Ovp, l'Osservatorio venezuelano delle carceri. In 17 tuttavia sono morti poche ore dopo aver ingerito i medicinali, mentre altri 145 sono rimasti intossicati. Nel frattempo il "cocktail della morte" – come è stato chiamato dai media locali – è stato assunto anche da altre quattro persone, recluse nel carcere di Torocon. Anche per loro non c'è stato nulla da fare.

La protesta dei detenuti era stata fin dall'inizio molto violenta, tanto che le guardie carcerarie avevano dovuto abbandonare la struttura. Ciò ha permesso ai reclusi di prendere il controllo dell'infermeria, dove erano custoditi i medicinali. E' da quel momento che la contestazione si è trasformata in tragedia. Il ministero del servizio carcerario di Caracas ha confermato la morte di 13 detenuti a seguito dell’occupazione dell’infermeria, precisando che le guardie penitenziarie hanno chiesto l’aiuto del personale della "guardia nazionale bolivariana". Tra i farmaci ingeriti dai carcerati c'erano "antibiotici, anti-ipertensivi, antiepilettici e alcol". Secondo numerosi osservatori indipendenti, tra i quali l'Ong che ha diffuso la notizia, il penitenziario di Uribana "fa parte dei 70 centri di reclusione del Paese dove viene applicato il nuovo regime penitenziario nazionale, che – si sottolinea – supera il vecchio modello del passato, caratterizzato dalle deplorabili condizioni di anarchia e violazione dei diritti umani".

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