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Truffa rimborsi, Camera e Senato vogliono dalla Lega Nord 59 milioni

Il processo contro il Senatùr, figli e Belisto riprende oggi a Genova. E subito spuntano carte inedite che chiamano in causa anche Salvini e Maroni…
A cura di B. C.
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Sta per ricominciare a Genova il processo contro l'ex segretario della Lega Nord Umberto Bossi, contro i suoi familiari e contro l'ex tesoriere del partito Francesco Belsito. E arriva subito il colpo a sorpresa, riferito da Repubblica. La Camera dei Deputati e il Senato – che sono costituiti Parte Civile nel procedimento giudiziario – chiedono, scrive Alberto Custodero, la restituzione non solo dei 40 milioni che il Senatùr avrebbe incassato e speso indebitamente, ma anche dei 13 milioni che il successore Roberto Maroni avrebbe fatti propri, così come i 820 mila che avrebbe intascato l'attuale segretario Matteo Salvini.

 Ma al di là di quanto sia l'importo – prosegue Repubblica – che fine hanno fatto quei milioni di euro che, secondo l'accusa, Bossi e Belsito hanno ottenuto da Camera e Senato falsificando i rendiconti delle spese elettorali? Perché, se il governatore della Lombardia e l'attuale segretario sapevano della truffa (Salvini s'è addirittura costituito parte civile), hanno continuato a incassarli, e, soprattutto, a spenderli, visto che la Lega è stata costretta a licenziare il personale per essere rimasta senza un euro in bilancio?

Nel frattempo, sempre secondo quanto riporta il quotidiano, Bossi, per voce del suo avvocato Matteo Brigandì, avrebbe chiesto a Salvini la restituzione dei 40 milioni che la procura ritiene il corpo del reato della truffa elettorale. Il 29 ottobre del 2014, il legale di Bossi avrebbe inviato al segretario leghista “una lettera dai toni affabili ("Caro Matteo….". "Un abbraccio padano"), ma dal contenuto al vetriolo. Lettera presente tra i documenti processuali. Bossi ha lasciato in bilancio un attivo da 41 milioni: ‘Sono certo – scrive, sarcastico, il legale di Bossi – che mai verrà dalla Lega adoperato anche per il futuro un solo euro da questa detenuto e da questa stessa dichiarato (con la costituzione di parte civile, ndr) corpo di reato’”. Ed ora per Maroni e Salvini rischia di prefigurarsi una chiamata in correità per i reati di ricettazione.

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