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Tour de France, Froome show: cade, sale a piedi e conserva la maglia gialla

Dopo un incidente con una moto, il britannico corre a piedi verso la vetta prima di tornare in bici. La giuria neutralizza il distacco e gli permette di rimanere in testa alla graduatoria.
A cura di Marco Beltrami
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La 12a tappa del Tour de France 2016 sarà sicuramente ricordata a lungo. La temuta Montpellier-Mont Ventoux, di 184 chilometri, vinta da Thomas De Gendt della Lotto Soudal, ha regalato un finale al cardiopalma. Tutto è iniziato all’ultimo chilometro di gara con protagonista la maglia gialla Chris Froome. Quest’ultimo in compagnia degli altri ciclisti Richie Porte e Bauke Mollena, è stato coinvolto in un incidente con una moto delle riprese. Il mezzo, rimasto imbottigliato tra i tifosi, ha frenato all’improvviso e gli atleti non hanno potuto evitare l’impatto. La bici del britannico del Team Sky leader della graduatoria ha avuto la peggio, rompendosi.

A quel punto Froome si è messo a correre a piedi verso il traguardo prima di ricevere una bici dall’assistenza. Non riuscendo a pedalare il classe 1985 di Nairobi è costretto ad aspettare l’ammiraglia, perdendo così terreno dai rivali e in particolare da Yates. All’arrivo il suo ritardo dal colombiano, nuova maglia gialla è stato  di 49’’. A sorpresa però l’organizzazione della corsa ha deciso restituire la maglia gialla a Froome rimasto appiedato sul Mont Ventoux cambiando l’ordine della classifica. La giuria ha infatti assegnato al britannico lo stesso tempo fatto registrare da Mollema.

Ecco come il direttore generale del Tour de France Christian Prudhomme ai microfoni di “France Television” ha giustificato la decisione dell’UCI: “C'è stato un grande afflusso di spettatori negli ultimi chilometri. Non siamo riusciti a installare tutte le barriere nei chilometri finali, perché tutto è successo velocemente. Una motocicletta della tv é stata bloccata: non é chiaro il motivo e per questo é stata aperta un'inchiesta. Si tratta di una decisione eccezionale a seguito di circostanze nuove". Una scelta che ha comunque alimentato le polemiche soprattutto degli alti atleti, anche perché il tracciato è stato accorciato senza le adeguate contromisure per mettere il tutto in sicurezza

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