252 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Tar Lazio ha bocciato i direttori dei musei per una legge voluta da Franceschini nel 2001

Una vecchia norma impedisce a cittadini stranieri di diventare direttori dei musei italiani: ma non tutti sanno che quella legge l’ha voluta il Governo Amato, di cui l’attuale Ministro ai Beni Culturali era Sottosegretario.
A cura di Redazione Cultura
252 CONDIVISIONI
Immagine

Perché il Tar del Lazio ha "congelato" le nomine dei 5 direttori nominati dal MiBact meno di due anni fa? Per diverse ragioni. Irregolarità procedurali, innanzitutto, anche se quella che ha fatto maggiore scalpore è stata la norma che impedirebbe a stranieri di ottenere il posto di direttori nei musei italiani. Quello che non tutti sanno, però, è che quella norma, rispetto alla quale il Tar del Lazio non ha potuto far altro che dare ragione ai ricorrenti, l'ha proposta nel 2001 il governo Amato di cui l'attuale titolare del MiBact, Dario Franceschini, era sottosegretario. Con deleghe alle Riforme Istituzionali e alla Funzione Pubblica, peraltro.

Quindi, paradossalmente, all'epoca della contestata norma era lo stesso Franceschini ad aver competenza in quella materia che ha poi fatto diventare legge l'impossibilità, da parte di cittadini non italiani, di esercitare in maniera diretta o indiretta pubblici poteri che attengono alla "tutela dell'interesse nazionale".

Sta proprio qui l'inghippo: nell'espressione "tutela del patrimonio nazionale" di quel decreto legge del 2001, poi convertito in legge, con cui "su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per la funzione pubblica", all'epoca Bassanini, con sottosegretario delegato alla Funzione pubblica Dario Franceschini, si impedisce nei fatti a cittadini non italiani di ambire a posizioni come quella di direttore nei musei.

Nella legge speciale che istituiva la selezione dei direttori ci si è semplicemente dimenticati di quella legge. Anche se poi il destino crudele ha voluto che all'epoca l'attuale titolare del Ministero dei Beni Culturali, che oggi si dice "senza parole" per il fatto che il Tar ha applicato la legge, fosse il numero due del ministero che quella legge l'ha scritta. Non è la prima volta che succede, in Italia le leggi sono tante e spesso in contraddizione tra loro. L'importante è rispettarle o cambiarle, mentre è fondamentale rispettare chi le applica.

252 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views