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Strisce blu, la svolta del Ministero potrebbe aprire alle privatizzazioni

Le interpretazioni della normativa sul caso delle multe per chi sfora l’orario del ticket sulle strisce blu potrebbero aprire le porte a nuovi scenari.
A cura di A. P.
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È ormai battaglia a colpi di interpretazioni tra Ministero dei trasporti e comuni italiani sul caso delle sanzioni per chi occupa le strisce blu oltre la durata del ticket. Dopo l'intervento in Parlamento, nel quale il Ministero ha spiegato che gli automobilisti che sforano con l'orario non vanno multati perché non è una violazione del codice della strada, l'Anci infatti è insorta assicurando che i vigili continueranno a fare multe. Lo stesso Ministro Maurizio Lupi ha più volte ribadito che a chi paga la sosta e sfora i tempi può solo essere chiesta la differenza e che "le multe sulle righe blu non vanno pagate. Perché anche lo Stato deve rispettare le regole". In realtà, come segnala il Fatto Quotidiano, la nuova interpretazione potrebbe andare ben al di là delle indicazioni del Ministro. Con la decisione che chi sfora i tempi del parcheggio compie una semplice “inadempienza contrattuale” si aprono infatti le porte alla privatizzazione dei parcheggi pubblici. Come aveva spiegato il sottosegretario ai trasporti Umberto Del Basso De Caro in Aula in effetti "le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti, ivi compresi il rimborso delle spese e le penali, da stabilire con apposito regolamento comunale, secondo le indicazioni e le limitazioni fornite dal Codice Civile e dal Codice del Consumo, ai sensi dell’art. 17, comma 132 della legge n. 127 del 1997, possono essere affidate al gestore del servizio".

In sostanza le riscossioni vengono affidate al gestore del servizio, che di solito sono società private controllate dal Comune. Una differenza non da poco visto che per chi non paga la differenza potrebbe trovarsi di fronte non più ad una contravvenzione, ma potenzialmente a una causa civile per inadempienza contrattuale. Anche sull'altro fronte degli incassi, che sta a cuore ai comuni, l'interpretazione del ministero potrebbe aprire nuovi scenari. Nonostante il Ministro Lupi abbia spiegato che i Comuni non dovrebbero usare le multe per fare cassa e bilanci, il sottosegretario infatti ha ricordato in Aula che "le somme corrisposte a titolo di penale, essendo sottratte al campo di applicazione del Nuovo codice della strada, non sono soggette agli obblighi di cui all’articolo 7, comma 7, e articolo 208 del medesimo”. In pratica se i soldi delle multe avevano dei vincoli per essere spese, come ad esempio per interventi di miglioramento delle infrastrutture, i nuovi introiti si configurerebbero come normale profitto e possono essere usati in qualsiasi campo.

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