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Sparò ai ladri che lo minacciavano, per la legge dovrà risarcirli

Sei anni fa due ladri entrarono nel suo deposito, lui li sorprese e sentendosi minacciato sparò, ferendoli in maniera grave. Per il giudice però non fu legittima difesa, l’imprenditore dovrà dunque risarcirli di 120mila euro.
A cura di Susanna Picone
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Sei anni fa due ladri entrarono nel suo deposito, lui li sorprese e sentendosi minacciato sparò, ferendoli in maniera grave. Per il giudice però non fu legittima difesa, l’imprenditore dovrà dunque risarcirli di 120mila euro.

La vicenda di Ermes Mattielli, imprenditore 57enne di Arsiero, risale a sei anni fa, era una sera d’estate del 2006 quando l’uomo sorprese due ladri nel suo deposito di ferri vecchi. Si spaventò, si sentì minacciato dalle loro spranghe di ferro e sparò contro i due tutti i proiettili della sua pistola. Non li uccise, ma li ferì in maniera grave. Era stato preso dal panico, aveva avuto paura ed era convinto di aver agito per legittima difesa, convinzione però diversa da quella del giudice che l’ha condannato ad un anno di reclusione, pena sospesa, condizionata al pagamento della provvisionale ai due nomadi che quella sera rimasero feriti. 120mila euro che i due si divideranno, 100mila euro per Blu Helt, 33enne che fu colpito da sei proiettili e i restanti 20mila al complice Cris Caris, 30enne raggiunto da nove colpi. Entrambi erano stati già condannati per il tentato furto ed hanno scontato quattro mesi di reclusione ciascuno.

Ma per il suo legale era legittima difesa: “Andremo in appello” – L’imprenditore non si sarebbe trovato in uno stato di pericolo reale da giustificare la scarica di proiettili contro i ladri, per questo motivo deve pagare per quanto ha compiuto. È stato processato dopo sei anni in tribunale a Schio per lesioni colpose ed esercizio putativo del diritto di legittima difesa. Ovviamente lui non ci sta e il suo avvocato Maurizio Zuccollo, che non ammette l’eccesso di legittima difesa, fa sapere che dovrà ricorrere in Appello. Dall’altra parte però c’è l’avvocato dei due nomadi, Andrea Massalin, secondo il quale l’imprenditore non era in pericolo di vita, che si è trattato di tentato omicidio, che “solo per poco” nessuno ha perso la vita.

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