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Spagna, Paesi Baschi: l’ETA annuncia il cessate il fuoco

Piccolo passo verso la pace nei Paesi Baschi: L’ETA annuncia il cessate il fuoco permanente. Scetticismo da parte di Zapatero e del governo spagnolo.
A cura di Cristian Basile
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Eta

L'organizzazione terroristica basca ETA (Euskadi Ta Askatasuna, in italiano “Paese Basco e Libertà”, forza paramilitare dei Paesi Baschi, nel nord della Spagna), dopo numerosi attentati alle forze di polizia ed a vari organi dello stato in nome dell'indipendenza dalla Spagna dei Paesi Baschi,  ha annunciato la sua decisione "di non condurre azioni offensive militari" e che "se il governo spagnolo vuole ", l'organizzazione è disposta ad accettare "il minimo necessario per intraprendere il processo democratico". L'annuncio è stato dato domenica scorsa attraverso un video inviato all'emittente britannica BBC e trasmesso successivamente dal quotidiano di San Sebastian Gara.

L'ETA già da alcuni mesi aveva preso la decisione di non effettuare "azioni militari offensive", come afferma nel video una donna incappucciata, che funge da portavoce del gruppo, e che appare nel video insieme ad altri due terroristi, tutti con il volto coperto da cappucci bianchi, vestiti di nero, con il simbolo dell'organizzazione sulle magliette e su di un manifesto dietro di loro. Il video lascia molte questioni aperte, in quanto non si specifica nel video se la decisione sia temporanea o permanente dichiarando, inoltre, solo di  "non condurre azioni militari offensive",  lasciando però aperta la possibilità di continuare l'attività di estorsione e di riarmo del gruppo.

La portavoce dell'ETA invita i politici ad agire "responsabilmente" : "Per arrivare al compimento di un processo democratico – annuncia –  è essenziale intervenire come popolo e  dare voce alla gente. Perché sarà quando i diritti del popolo basco saranno riconosciuti e garantiti che si aprirà la porta per la vera soluzione del conflitto". Si rivolge successivamente anche a tutti i cittadini baschi affinchè "continuino la lotta ciascuno nella propria area, ognuno con proprio impegno" ed alla comunità internazionale perchè partecipi alla formazione di "una pace giusta, democratica e durevole".

Era da diversi mesi che voci insistententi annunciavano un "cessate il fuoco" immediatato da parte dell'ETA, voci che poi si sono intensificate negli ultimi giorni fino alla conferma di domenica, ma che hanno trovato lo scetticismo dei partiti democratici. Primo tra tutti il ministro dell'Interno Alfredo Perez Rubalcaba, che considera questa tregua solo "una strategia" dell'organizzazione terroristica per infiltrarsi nelle elezioni comunali e provinciali del 2011. Anche il premier spagnolo Zapatero ha dichiarato che la Spagna non "abbasserà la guardia": "Nessuno pensi che il governo abbasserà la guardia: non intendiamo consentire alcun inganno – ha avvertito – Senza alcun dubbio, all'orizzonte ci sarà la fine della violenza. Ci vorrà tempo, e dobbiamo restare uniti".

Lo scetticismo dei partiti democratici è motivato anche dalle numerose tregue non rispettate dell'ETA negli anni scorsi; l'ultima tregua, infatti, è servita ai terroristi baschi per il riarmo e nei diversi attentati compiuti tra l'ultima dichiarazione di "cessate il fuoco" del 2006 e la dichiarazione di domenica sono morte 12 persone: quattro civili, uno membro della polizia nazionale, un poliziotto francese, un soldato e cinque guardie civili. Quella dell'indipendenza dei Paesi Baschi resta dunque una questione molto delicata, ma quanto affermato domenica dell'ETA, lungi dall'essere una dichiarazione di pace definitiva, sembra comunque un ulteriore passo in avanti per far avviare questa regione autonoma spagnola verso un lento ma graduale processo di pace e di normalità.

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