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Scontro tra treni, capostazione di Andria: “Ho alzato la paletta, ma non è solo colpa mia”

Parla distrutto dal dolore Vito Piccareta, il capo stazione di Andria, tra gli indagati per il terribile scontro tra due treni di martedì tra Ruvo di Puglia e Corato. “In questa storia – aggiunge – anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati ma un solo errore non può aver causato tutto questo”.
A cura di Redazione
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"È vero quel treno non doveva partire. E quella paletta l'ho alzata io: non sapevo che da Corato stesse arrivando un altro treno per questo ho dato il via libera". Parla distrutto dal dolore Vito Piccareta, il capo stazione di Andria, barricato insieme alla moglie nella sua casa di Corato, tra gli indagati per il terribile scontro tra due treni di martedì tra Ruvo di Puglia e Corato. "In questa storia – aggiunge – anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati ma un solo errore non può aver causato tutto questo". Ai funzionari di Ferrotramvia che stanno conducendo l'inchiesta interna Piccareta ha spiegato che quella di martedì è stata "una giornata complicata": treni in ritardo, l'aggiunta di un altro convoglio supplementare invece dei soliti due su quella tratta. Ma "quello che è successo è troppo", ha aggiunto. La moglie è affranta perché adesso "se la prenderanno tutti quanti con noi", dice la signora Lia, a casa. "Mio marito è il capro espiatorio perfetto. Ma non è giusto: perché è un lavoratore serio, in questi anni ha fatto sempre e soltanto il suo dovere. Questa è una tragedia troppo grande per noi. È un lutto, abbiate rispetto del nostro dolore". Gli amici hanno detto che l'uomo "non mangia, non dorme, continua a pensare a quell'istante che ha cambiato per sempre la sua vita".

Ieri pomeriggio Piccarreta è stato sospeso dall’incarico, ieri sera è stato iscritto nel registro degli indagati. "Non dovete chiedere a Vito perché ha alzato quella paletta ma a qualcun altro perché non è in grado di controllare il nostro lavoro. Noi guidiamo treni. Non siamo piloti di aereo", hanno detto gli amici e colleghi.

Anche il secondo capostazione, Alessio Porcelli, è stato iscritto nel registro degli indagati. Quando Piccarreta ha alzato la paletta verde e ha commesso il fatale errore, Porcelli non se n'è accorto. Il figlio ha detto al Corriere della Sera che il padre è "molto addolorato. Non solo per le persone che viaggiavano sul treno. Ma anche per una cosa che molti sottovalutano: in quell’incidente ha perso dei colleghi. I macchinisti a bordo di quei treni".

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