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Scalata a Mediaset: Bolloré e De Puyfontaine indagati per aggiotaggio

Nell’inchiesta della Procura di Milano con al centro l’accusa di aggiotaggio risultano indagati il patron di Vivendi Vincent Bolloré e l’amministratore delegato Arnaud De Puyfontaine. Le iscrizioni derivano dall’esposto di Fininvest contro il gruppo francese.
A cura di Susanna Picone
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Vincent Bolloré, finanziere bretone numero uno del colosso francese Vivendi, è indagato dalla Procura di Milano per l'ipotesi di reato di aggiotaggio nella scalata del gruppo a Mediaset. Il provvedimento arriva dopo l'esposto presentato da Fininvest, in seguito all'operazione di Vivendi che lo scorso dicembre, avviando una scalata ostile, era arrivata a controllare quasi il 30 percento dei diritti di voto di Mediaset. A riportare la notizia sono i quotidiani Corriere della Sera e Repubblica. In particolare, secondo quanto scrive il Corriere, l'indagine è partita in seguito a un esposto della Fininvest alla Consob, all'Agcom e alla Procura, dove si ipotizzava che il gruppo francese avesse creato le condizioni per “far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset” per poi scalare “a prezzi di sconto”. Il riferimento è alla rottura delle trattative la scorsa estate per l'acquisto del 100 per cento di Mediaset Premium da parte di Vivendi.

Indagato anche l’amministratore delegato di Vivendi – Oltre a Bolloré risulta indagato anche l'ad della società Arnaud De Puyfontaine. “Volevamo trovare un accordo con Mediaset e vogliamo sempre trovarlo. Ma le informazioni presentate da Mediaset su MediasetPremium erano diverse dalla realtà”, ha detto Arnaud de Puyfontaine in un'intervista a Les Echos. “Oggi non abbiamo più colloqui, ma riflettiamo a diversi scenari. Deteniamo poco meno del 30 percento del capitale e dei diritti di voto, non abbiamo bisogno del 100 percento, possiamo benissimo restare azionista di minoranza. L'importante è un partenariato costruttivo”.

A dicembre Berlusconi diceva Berlusconi: “Ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione” – In poche settimane lo scorso dicembre il gruppo francese era arrivato a controllare il 28,8 percento del capitale del Biscione. “Ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione: di fronte a questa scalata ostile pensiamo di resistere, e crediamo che la magistratura debba dare seguito alle nostre cause, i giudici devono darci ragione”, aveva detto Berlusconi nel dicembre scorso. Anche il governo lo scorso dicembre era intervenuto a proposito della scalata dei francesi al gruppo italiano parlando di un tentativo, del tutto inaspettato, “di scalata ostile a uno dei più grandi gruppi mediatici italiani”.

“Esposto infondato” – L'iscrizione degli amministratori di Vivendi nel registro degli indagati della Procura di Milano è la conseguenza di “un esposto senza fondamento” depositato dai Berlusconi contro l'acquisto di azioni Mediaset. Questa iscrizione allo stato “non comporta alcuna accusa contro nessuna persona”. È il commento di Vivendi dopo l'iscrizione di Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine nel registro degli indagati aperto dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale.

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