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Sam, giocatore gay della NFL, si ritira: “Ne va della mia salute mentale”

Michael Sam aveva fatto coming out a febbraio di un anno fa, adesso annuncia: “Gli ultimi 12 mesi sono stati molti difficili per me tanto da essere preoccupato per la mia salute mentale – si legge nelle poche righe pubblicate su Twitter -. In questo momento, per il mio bene, devo allontanarmi dai campi di gioco”
A cura di Maurizio De Santis
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Michael Sam aveva fatto coming out a febbraio di un anno fa. Lui, primo giocatore gay della NFL statunitense, rivelò la propria omosessualità in un'intervista al New York Times. Una liberazione e un atto di coraggio al tempo stesso compiuto in un modo, quello del football americano, dove prevale il culto del ‘macho' e della forza. Un tabù abbattuto con la forza della propria identità e della verità. Da allora, però, molte cose devono essere cambiate al punto che il 24enne difensore dei Montreal Alouettes (società che lo aveva ingaggiato a maggio scorso), attraverso alcuni messaggi postati sul proprio account di Twitter, ha annunciato che lascerà l'attività agonistica per un tempo indefinito. "Gli ultimi 12 mesi sono stati molti difficili per me tanto da essere preoccupato per la mia salute mentale – si legge nelle poche righe pubblicate -. In questo momento, per il mio bene, devo allontanarmi dai campi di gioco. Ringrazio il Montreal Alouettes per l'opportunità che mi ha concesso e spero di tornare in campo al più presto. Grazie a tutti per la comprensione e il sostegno". 

Sam s'è affermato nella squadra dell'Università del Missouri: oltre a vincere il campionato, venne anche votato dai suoi compagni quale migliore giocatore dell'anno. Un curriculum che gli valse le attenzioni dei Montreal Alouettes e il grande sostegno – almeno secondo le dichiarazioni dell'epoca – da parte del mondo professionistico del football americano dopo aver dichiarato la propria omosessualità. "Molte persone era già a conoscenza della cosa – ammise allora – e se ho deciso di parlare è stato anche grazie al loro appoggio". Poi, nel valutare l'importanza del suo gesto per lo sport americano, aggiunse: "In fondo don dovrebbe essere una cosa così rilevante. Sono gay ma sono anzitutto un laureato, un giocatore di football".

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