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Riforma delle Pensioni, è scontro tra Fornero e i partiti

Un disegno di legge bipartisan alla Camera vuole allargare la platea degli esodati modificando la riforma delle pensioni, ma il Ministro del lavoro dice no appoggiato dal Tesoro che avverte: non ci sono soldi per coprire i costi.
A cura di Antonio Palma
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Riforma delle Pensioni, è scontro tra Fornero e i partiti

Sale la tensione in Parlamento tra governo e partiti di maggioranza sulla riforma delle Pensioni. Il Ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha già dato l'altolà allo stravolgimento del testo che rischia di compromettere tutto l'impianto della riforma da lei  voluta. Non solo, contro la proposta bipartisan si è schierato anche il Ministero dell'economia che ha bloccato ogni intervento in mancanza di fondi. Il motivo del contendere è il disegno di legge allo studio della Commissione Lavoro della Camera che prevede di estendere la platea dei lavoratori esodati da salvaguardare introducendo una serie di scalini per consentire ai lavoratori di 58 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017. Un vero colpo alla riforma delle Pensioni secondo la Fornero che più volte ha scritto alla commissione spiegando le ragioni del suo no. Per il Ministro del welfare il rischio che si corre varando misure "non adeguatamente ponderate" è che "se non adeguatamente comprese in sede internazionale, sono compromessi gli sforzi di stabilizzazione finanziaria" fin qui fatti.

Non c'è la copertura finanziaria – Per il momento comunque la proposta di modifica resta bloccata a causa del rinvio della Commissione finanze di Montecitorio che ha consigliato di trovare una diversa fonte di copertura per il provvedimento. La modifica proposta dall'ex Ministro Damiano del Pd prevede infatti che i costi dell'operazione, circa 5 miliardi di euro, vengano coperti dalla tassazione dei giochi online che però per la Ragioneria dello Stato e il Tesoro rischierebbe di compromettere le entrate erariali. Insomma per il momento niente da fare perché non ci sono soldi, ma Damiano non ci sta e chiede al governo di trovare altre soluzioni perché "c'è la spending review, c'è la legge di stabilità, questi soldi non devono essere destinati solo ad una diminuzione del debito, ma anche per correggere l'errore fatto".

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