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Renzi contro Grillo: “Ama talmente la democrazia che espelle i candidati che non gli piacciono”

Nella sua enews, l’ex Presidente del Consiglio affonda il colpo sul caso Genova: “Guardate che è un sistema fantastico, quello di Grillo. Sostanzialmente lui dice: Noi amiamo la democrazia. Amiamo talmente tanto la democrazia che se vince quello che piace a noi bene, se vince quello che a noi non piace si rivota un’altra volta espellendo il candidato sgradito”.
A cura di Redazione
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È ancora al centro delle polemiche politiche il caso Genova, con la decisione di Beppe Grillo di cancellare la vittoria alle Comunarie della Cassimatis e di chiedere una nuova consultazione dalla quale è poi uscito vincitore il candidato a lui più vicino, Pirondini. Sulla questione interviene ora anche Matteo Renzi, che dedica al caso Genova un capitolo della sua ormai tradizionale news.

L’ex Presidente del Consiglio, ormai impegnato nella campagna per le primarie del Partito Democratico del 30 aprile, attacca duramente Beppe Grillo, che ieri aveva confermato la sua decisione "invitando" chi non fosse d'accordo con lui a fondare un altro partito. Ecco cosa scrive Matteo Renzi:

So che la parola democrazia va molto di moda nei convegni organizzati dai partiti, un po' meno nei congressi organizzati dagli stessi partiti.

Già! Gli stessi che per mesi hanno gridato alla deriva anti-democratica, gli stessi che mi hanno accusato per anni di "non essere eletto da nessuno", gli stessi che dicevano "Uno vale uno" hanno adesso una grande occasione: non solo parlare di democrazia, ma praticare la democrazia. Soprattutto praticarla dentro ai rispettivi partiti. […]

Mi limiterò al caso del Movimento Cinque Stelle e di ciò che accade per la scelta dei candidati sindaco. Funziona più o meno così, seguitemi perché è divertente.

  • Grillo fa un post e invita a votare per scegliere il candidato sindaco dei Cinque Stelle.
  • Gli attivisti cinque stelle votano liberamente.
  • Se il candidato eletto liberamente piace a Grillo, è IL candidato.
  • Se il candidato eletto liberamente non piace a Grillo, ahi ahi signora Longari: il candidato stesso non è candidato, perché viene espulso o costretto a dimettersi. Sulla base della parola di Beppe: "Fidatevi di me". Genova insegna. Ma in passato anche Milano, Monza e potremmo citare altri casi.

Guardate che è un sistema fantastico, quello di Grillo. Sostanzialmente lui dice: Noi amiamo la democrazia. Amiamo talmente tanto la democrazia che se vince quello che piace a noi bene, se vince quello che a noi non piace si rivota un'altra volta espellendo il candidato sgradito.
Noi del PD – che siamo notoriamente insensibili alla nobiltà della democrazia dell'algoritmo in salsa Casaleggio – gridiamo allo scandalo, ma ci saranno sempre un Di Maio o una Taverna pronti nella loro infinita bontà a spiegarci ciò che noi non arriviamo a capire, perché siamo menti limitate.
La nostra solidarietà ai militanti Cinque Stelle eletti e cacciati da Grillo.

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