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Renzi: “Con legge di stabilità meno tasse per tutti, ma davvero non come Berlusconi”

Il Premier ha difeso le norme contenute nella legge di stabilità: “Sono orgoglioso di aver messo gli italiani in condizione di spendere”.
A cura di Antonio Palma
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"La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. Solo che lui ha fatto lo slogan è se ne è andato, noi lo facciamo davvero". Così il Premier Matteo Renzi, durante la registrazione di Otto e mezzo su La7, ha difeso le nuove norme contenute nella legge di stabilità 2016 annunciando che su alcuni punti è pronto anche a porre la questione di fiducia in Parlamento. È una legge di stabilità che "vuole parlare agli italiani e dire che stiamo riducendo davvero le tasse. Partendo dai redditi più bassi, con gli 80 euro. Poi abbiamo ridotto le tasse su impresa e lavoro, ora la casa, e il prossimo continueremo con Ires e Irpef" ha elencato poi Renzi, aggiungendo: "Sono orgoglioso di aver messo gli italiani in condizione di spendere". "Sono dieci anni che parliamo solo di Ici, Imu, Tasi, è la tassa più odiata. E non è mai stata tolta. È una misura di pancia? Sì, ma non è elettorale" ha tenuto a precisare ancora il Premier parlando di tasse sulla casa.

"Una norma inserita nella legge di Stabilità impone a Regioni e Comuni di non alzare le tasse" ha poi ricordato il Presidente del Consiglio, spiegando: "Siamo d'accordo con l'Anci e restituiremo ai Comuni tutto l'equivalente dell'abolizione della Tasi. Per questo non consentiremo a nessun Comune e a nessuna Regione di alzare le tasse". Per quanto riguarda invece l'innalzamento a 3mila sul limite al contante Renzi ha assicurato che non ci sarà nessun passo indietro nonostante le critiche anche interne al suo partito. L'innalzamento a 3 mila euro "non si cambia, siamo pronti anche a mettere la fiducia" ha avvertito infatti il Capo del governo. Sul caso Imu "non ho mai cambiato idea per le case di lusso. C'è stata un'incomprensione di fondo" ha poi precisato Renzi, spiegando: "Mi ha meravigliato che si sia ridotto il dibattito alle tasse sui castelli. I castelli non sono il problema di questa legge di stabilità. E se poi vogliamo dirla tutta, i castelli pagavano la tassa quando è stata abolita l'Ici e non la pagavano dopo, perché c'era una detrazione per le dimore storiche".

Per quanto riguarda infine la spending review e i previsti tagli alla spesa il cui obiettivo di dieci miliardi appare ancora lontano, Renzi si è difeso: "Mi hanno chiesto di tagliare l'illuminazione alla notte. Così, spegnendo i lampioni un'ora prima, dicevano, risparmiamo 80 milioni. Io ho fatto il sindaco e so che in questo modo alcune strade diventano più pericolose. Piuttosto, ho detto io, mettiamo i led per risparmiare". In tutto, secondo il Premier, i tagli alla spesa nella legge di Stabilità ammontano a 6 miliardi di euro. Renzi in particolare rivendica il "turn over molto duro" nella pubblica amministrazione, dove "tagliamo 400 dirigenti nello Stato centrale e qualche migliaio negli enti locali, che non vuol dire che li licenziamo ma poiché in Italia ce ne sono troppi, li riduciamo".

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