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Reddito, Pil, consumi: tra il Mezzogiorno e il resto del Paese c’è ancora un abisso

Una nostra infografica (su dati Istat) che evidenzia quanto sia ampia la distanza fra le diverse aree del Paese per quanto riguarda Pil, consumi e reddito.
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L’Istat ha diffuso oggi i dati sulla contabilità regionale e provinciale, analizzando il livello del prodotto interno lordo ma anche la spesa per i consumi delle famiglie e il livello di reddito pro capite. Molto interessante appare il confronto su base territoriale, proprio perché evidenzia le distanze fra le diverse aree del Paese e l’urgenza di interventi che provino in qualche modo a colmare tale frattura.

Come nota l’istituto nazionale di statistica, per quel che concerne il livello di Pil pro capite, il Mezzogiorno presenta un differenziale negativo molto ampio, inferiore del 43,7% rispetto a quello del Centro- Nord (-43,2% nel 2013). Nello specifico, il Nord-ovest resta l’area geografica con il Pil per abitante più elevato, pari a 32,5mila euro, seguono il Nord-est, con 31,4mila euro, il Centro, con 29,4mila euro e il Mezzogiorno, con un livello di 17,6mila euro (poco più della metà di quello del Nord-ovest). Nello specifico: “La graduatoria regionale vede in testa la Provincia Autonoma di Bolzano, con un Pil per abitante di quasi 40mila euro, seguita da Valle d’Aosta e Lombardia (rispettivamente 37 e 35mila euro); la prima tra le regioni del Mezzogiorno è l’Abruzzo, che si colloca al quattordicesimo posto con circa 23mila euro, mentre l’ultimo posto della graduatoria è occupato dalla Calabria, con 16,2mila euro”.

Una tendenza rispettata, con qualche scostamento, anche per quel che concerne la spesa per i consumi. Si legge nel comunicato Istat:

I livelli pro capite più elevati si registrano per il Nord-est e per il Nord-ovest, con un valore di 18,9mila euro in entrambe le aree, mentre nel Mezzogiorno si rileva il valore più basso (12,6mila euro). Il divario fra le due aree è del 33,6%, ben inferiore a quello misurato per il Pil, ma in aumento rispetto al 2012 (33,3%). La Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano restano le regioni con il più alto livello di consumi finali pro capite, pari, rispettivamente, a 22,3mila e circa 22mila euro.

Dopo la caduta del 2013, nel 2014 si registra un rialzo dei consumi pro capite in tutte le regioni; Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia segnano gli incrementi maggiori (rispettivamente +1,6% e +1,3%), ben al di sopra dell’aumento medio nazionale (+0,4%) mentre, all’opposto, la Basilicata presenta una variazione nulla e la Calabria un aumento dello 0,1%.

Le differenze sono meno marcate per quel che concerne il reddito da lavoro dipendente, considerando che nel Mezzogiorno è pari a 31,4mila euro nel 2014, inferiore del 15,2% rispetto a quello delle regioni del Centro-Nord (37,0mila euro).

Qui la nostra elaborazione grafica che riassume i dati (in migliaia di euro):

 

L’analisi dei dati a fine 2014 permette anche di valutare quelli che sono i fattori che hanno maggiormente influito sugli scostamenti e sulle differenze su base regionale. Il punto di partenza è il calo del Pil in volume (che su base nazionale nel 2014 ha segnato un calo dello 0,4%), che è stato più marcato nel Mezzogiorno (-1,1%); di pari passo si è registrata una flessione dello 0,9% degli occupati nel Sud Italia (con punte del 2,1% in Puglia e dell’1,3% in Campania).

Vale la pena di sottolineare il contesto in cui si inseriscono i dati. Allargando lo sguardo, infatti, si consideri come nel solo triennio 2011 – 2014 il Pil in volume è sceso del 5%, il numero di occupati del 2% e i consumi per le famiglie del 6%. In questo periodo al Sud si è registrato un calo del 5,6% del Pil, del 4,2% dell’occupazione e dell’8,4% dei consumi.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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