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Ravenna, no alla revoca della cittadinanza a Mussolini: il centrosinistra vota contro

Il sindaco, figlio di partigiani, contrario alla revoca: “Abbiamo ritenuto che cancellare quell’errore storico non fosse giusto. E che dovesse restare: è un’occasione di riflessione sul perché il fascismo non deve tornare”.
A cura di D. F.
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Benito Mussolini continuerà ad essere un cittadino onorario di Ravenna: era stato deciso nel lontano 1923 e così continuerà ad essere grazie al voto della maggioranza del consiglio comunale e di una parte dell'opposizione. Solo che, paradossalmente, la maggioranza è formata da Partito Democratico, Italia dei Valori e Sel. A proporre la revoca era invece stato Alvaro Ancisi, della Lista per Ravenna. Il Movimento 5 Stelle non ha preso parte al voto. Ma il Duce non è l'unico cittadino onorario di Ravenna: insieme a lui ci sono altre due importanti personalità del regime fascista, cioè il ministro Giovanni Giuriati e il prefetto Eugenio De Carlo.

"Acquisiti gli atti di conferimento delle cittadinanze onorarie – ha spiegato Ancisi presentando la sua delibera prima del voto – non è giustificabile alcun processo di revisionismo storico, bensì opportuna e giustificata una valutazione nel merito delle ragioni poste alla base di ciascuna scelta, alla luce anche della concessione al gonfalone di Ravenna della medaglia d’oro al valore militare, per il “sanguinoso e valoroso contributo” dato alla liberazione dal nazifascismo". La richiesta del leader di Lista per Ravenna riguarda solo Mussolini poiché "conferita dalla giunta comunale rappresentativa solo della maggioranza elettiva di allora, non dal consiglio comunale, rappresentativo dell’intera città; nei casi di Giurati e De Carlo, dopo la soppressione delle elezioni nei Comuni e nelle Province, conferite dal Podestà". Il duce ricevette la cittadinanza onoraria nell'anniversario della Marcia su Roma, " che segnò insuperabile confine – si legge nel documento dell'epoca – ad un periodo di nefasto dissolvimento della vita politica economica e morale dell’Italia ed iniziò nuova era di romana grandezza che già si afferma infallibile e sicura pur tra gli ostacoli quotidiani di oscuri nemici interni e le pericolose invidie altrui…". Ancisi ha spiegato: "Non si ritiene che la conduzione della marcia su Roma fosse allora e sia oggi esclusivo titolo di benemerenza per la città di Ravenna".

Naturalmente la decisione della maggioranza di centrosinistra di non revocare la cittadinanza a Mussolini ha suscitato molte polemiche. Il sindaco della città Fabrizio Matteucci, figlio di partigiani, ha dichiarato: "Abbiamo ritenuto che cancellare quell’errore storico non fosse giusto. E che dovesse restare: è un’occasione di riflessione sul perché il fascismo non deve tornare. Ricordiamolo, qui sono nati Benigno Zaccagnini e Arrigo Boldrini, due padri della Resistenza che sono stati anche consiglieri comunali su questi banchi subito dopo il 1945…".

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