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Polillo (ri)propone di lavorare 7 giorni in più l’anno, perché i salari sono troppo alti

“O noi lavoriamo di più o questo livello salariale è insostenibile”. Lo ha detto il sottosegretario all’economia che la scorsa settimana aveva proposta di rinunciare ad una settimana di ferie in nome del Pil: “Stiamo vivendo sopra le nostre possibilità. Dobbiamo abbassare questo tenore di vita”.
A cura di Biagio Chiariello
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Polillo ripropone di lavorare 7 giorni in piu  perche i salari sono troppo alti

In Italia si lavora troppo poco e si guadagna troppo. E' quanto afferma il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo che in un'intervista a Quotidiano Nazionale, ha proposto un'altra delle sue originali soluzione per uscire dalla crisi. Dopo aver affermato che se in Italia «rinunciassimo ad una settimana di ferie avremmo un impatto sul Pil immediato di circa un punto», oggi è tornato a ribadire il concetto. In sintesi: si deve lavorare di più perché gli italiani non possono più permettersi un certo tenore di vita e il livello salariale è ormai insostenibile. Il fatto è che noi «lavoriamo nove mesi all'anno e gli altri tre mesi se ne vanno in vacanze di varia natura. Sull'orario di lavoro mi permetto di insistere, questa crisi che l'Italia sta vivendo non è figlia di un destino cinico e baro ma dipende dai vizi della società italiana». Cosa fare dunque? Secondo Paolillo gli italiani devono passare almeno una settimana in più l'anno in fabbrica o in ufficio, così da «determinare una ripresa degli investimenti, quindi un aumento dell'occupazione e, poi, della domanda interna».

Più lavoro, salari più bassi uguale meno crisi per Polillo. Il sottosegretario per rendere chiaro il suo pensiero ha preso come riferimento il contratto nazionale dei metalmeccanici: «I lavoratori anziani di questo settore hanno diritto a cinque settimane di ferie l'anno, da tredici a quindici permessi obbligatori e dodici-tredici feste infrasettimanali. Se a questi giorni aggiungiamo 10 giorni di assenteismo tra malattie e scioperi arriviamo a tre mesi». Non va bene per il Paolillo, anzi «bisogna che ci rimbocchiamo le maniche e che lavoriamo come gli altri». Ma non è tutto. Il sottosegretario, già al centro di una polemica con la Fornero sulla questione esodati, sottolinea come nel pubblico impiego «bisogna usare le norme che ci sono, come quella sulla mobilità». Il fatto è che mettere in mobilità i dipendenti per due anni, in caso di eccedenza di personale, è possibile. Il punto, secondo Polillo, è che tale misura non è mai stata utilizzata come si deve. E tagli corto, sottolineando come i lavoratori in esubero che non accettassero una nuova destinazione potrebbero essere licenziati.

Sorpresa: i sindacati non hanno preso tanto bene le dichiarazioni di Polillo, pensando forse al fatto che in Italia abbiamo gli stipendi più bassi di Europa e ridurli ulteriormente sembra niente più che una freddura. «Capisco le esigenze di tutti» replica l'esperto di Economia del governo tecnico ma «noi siamo disperati, non sappiamo più dove andare a prendere i soldi». Al vaglio ci sono i tanto temuti tagli alla sanità: «ci sono  – ricorda – quelli previsti, 2,5 miliardi nel 2013 e 2,5 miliardi nel 2014 e questi già comporteranno sacrifici, speriamo di non tagliare di più, ne stiamo discutendo». La disperazione di Polillo è rappresentata anche dagli «8 miliardi che dobbiamo trovare per evitare l'aumento dell'Iva : dobbiamo farlo subito, perchè più passa il tempo più i tagli da fare aumentano».

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