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Pil dell’Italia sotto le attese del governo, nel 2015 cresce solo dello 0,7%

Si tratta del miglior risultato dal 2011, ma le stime preliminari Istat indicano una frenata nell’ultimo periodo dell’anno con solo un +0,1% nell’ultimo trimestre.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante le rassicurazioni del governo italiano i dati macroeconomici continuano a delineare un Paese in forte difficoltà. Come segnala l'Istat nelle sue stime preliminare del Pil, infatti, nel quarto trimestre del 2015 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato solo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1% su base annua. Di conseguenza nel 2015 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,6%, mentre la variazione annua calcolata sui dati trimestrali grezzi è pari a +0,7 per cento. Se da un lato questi numeri rappresentano il primo dato positivo da quattro anni, cioè dal 2011, dopo aver avuto un -2,8% nel 2012, un -1,7% nel 2013 e un -0,4% nel 2014, si collocano però ben al di sotto delle stime del governo.

Un particolare non secondario visto che l'Esecutino ha basato tutta la programmazione economica puntando su un crescita pari allo 0,9%. Nella nota di andamento sull'economia italiana, diffusa a dicembre, in effetti si prevedeva una crescita del Pil per il 2015 pari allo 0,7%, che in termini di variazione annuale del Pil non corretto per gli effetti di calendario diventata un +0,8 per cento. Del resto la crescita dell'ultimo trimestre dell'anno è inferiore rispetto alle stesse stime dell'istituto nazionale di statistica e dei principali analisti. Un dato che potrebbe indicare una nuova frenata dell'economia nazionale visto che rappresenta una inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti e che potrebbe inasprire la tensione tra Bruxelles e Roma.

Il 2015 infatti era partito con un +0,4% del primo trimestre, seguito da un +0,3% e da un +0,2%. Per trovarne un dato altrettanto basso bisogna tornare all'ultimo trimestre del 2014 quando si era ancora in terreno negativo. Nel dettaglio, sempre secondo i dati istat, la variazione congiunturale dell'ultimo trimestre è dovuta soprattutto alla diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'industria non compensata dagli aumenti nei settori dell'agricoltura e dei servizi. Per quanto riguarda la domanda, frena ancora quella interna, che però è più che compensata dall'apporto positivo della componente estera.

In generale anche la crescita dell'Eurozona è sotto le attese. Secondo l'Eurostat, infatti, nel quarto trimestre 2015 il Pil è cresciuto dello 0,3% sia nell'Eurozona sia nell'Ue nel suo complesso. La crescita per il 2015 dell'Eurozona si assesta così a +1,5% e nei 28 a +1,8%, in entrambi i casi inferiore alle previsioni. Di fatto con un più 0,1% l'Italia ha segnato il tasso di crescita congiunturale più basso tra le maggiori economie dell'area visto che la Germania è a +0,3%, la Spagna a più 0,8%, la Francia apiù 0,2% e la Gran Bretagna a più 0,5%.

Padoan: "Non contano i decimali ma la direzione"

Nonostante i dati inferiori alle attese, il governo italiano non sembra troppo preoccupato dalle ultime stime Istat sul Pil del nostro Paese. In particolare a parlare a nome dell'Esecutivo è stato il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan che si è detto per nulla impensierito dalle stime istat. "Lo 0,7% che viene fuori dall'Istat è più basso della previsione del governo" ha ammesso Padoan, aggiungendo: "Avrei preferito vedere un decimale in più piuttosto che in meno, ma come si sa i decimali contano poco, l'importante è la direzione di marcia". "La crescita, dopo tre anni di profonda recessione, è confermata e rafforzata nel 2016", ha sottolineato il Ministro puntando l'accento sul primo segno più del Prodotto interno lordo annuale dopo quattro anni di crisi.

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