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Pena di morte: nel 2015 le esecuzioni sono state 1.634: è il numero più alto da 26 anni

Lo scorso anno c’è stato un tragico aumento del numero di esecuzioni, addirittura del 50% rispetto al 2014, dipeso in larga parte da Iran, Pakistan e Arabia Saudita. La denuncia è di Amnesty International. E il dato non comprende la Cina…
A cura di Biagio Chiariello
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Fanno davvero rabbrividire i dati contenuti nel rapporto di sulla pena di morte nel 2015 di Amnesty International: 1.634 esecuzioni in 25 Paesi del mondo. Dato che ha segnato un aumento di più del 50% rispetto al 2014, il numero più alto mai registrato dal 1989. La spirale di morte è dipesa in larga parte da Iran, Pakistan e Arabia Saudita. Va però detto che i numeri dell’associazione non prendono in considerazione la Cina, dove è probabile che le esecuzioni siano state numerose, ma si sa che Pechino tratta le informazioni sulla pena di morte come segreto di stato. Amnesty però loda anche i Paesi che hanno cancellato il ricorso alla pena capitale lo scorso anno: dalle Fiji a Madagascar, al Congo-Brazzaville e Suriname, alla Mongolia.

"L'aumento delle esecuzioni, lo scorso anno, è profondamente preoccupante. Mai negli ultimi 25 anni erano state messe a morte così tante persone. Nel 2015 i governi hanno continuato senza tregua a togliere la vita sulla base del falso assunto che la pena di morte ci rende più sicuri" – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. "Iran, Pakistan e Arabia Saudita hanno fatto un uso senza precedenti della pena di morte, spesso al termine di processi gravemente irregolari. Questo massacro deve cessare" – ha aggiunto Shetty. "Per fortuna, gli stati che continuano a eseguire condanne a morte sono una piccola e sempre più isolata minoranza. La maggior parte ha voltato le spalle alla pena di morte e nel 2015 altri quattro paesi hanno abolito del tutto questa barbara sanzione dai loro codici" – ha proseguito Shetty.

I tragici numeri sulla pena di morte nel mondo

Guardando più nello specifico ai drammatici dati di Amnesty International, l'Iran ha messo a morte almeno 977 prigionieri, rispetto ai 743 del 2014, la maggior parte dei quali per reati di droga. Teheran è effettua ancora esecuzioni nei confronti di minorenni al momento del reato, in palese violazione del diritto internazionale: almeno quattro nel 2015.Anche in Arabia Saudita le esecuzioni sono aumentate lo scorso anno: del 76 per cento rispetto al 2014, con almeno 158 prigionieri messi a morte, la maggior parte dei quali per decapitazione, ma in alcuni casi è stato impiegato anche il plotone d'esecuzione. Spesso i cadaveri dei condannati a morte vengono esposti in pubblico. Amnesty International segnala anche un inquietante aumento delle esecuzioni anche in altri paesi, tra cui Egitto e Somalia. Nonostante alcuni Paesi l’abbiano cancellata dal proprio codice penale, il numero dei paesi che ha adottato la condanna a morte è salito a 25, rispetto ai 22 del 2014. Almeno sei paesi che non avevano messo a morte nessun condannato nell'anno precedente lo hanno fatto nel 2015: tra questi vi è il Ciad, dove le esecuzioni sono riprese dopo oltre un decennio.

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