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Panama Papers, altri 80 nomi di italiani: c’è anche Rodolfo De Benedetti

Tra i nuovi nomi della lista di italiani pubblicata dall’Espresso c’è anche figlio di Carlo De Benedetti e presidente Cir, la holding che controlla lo stesso gruppo editoriale. “Società chiusa da anni” si difende Rodolfo De Benedetti.
A cura di Antonio Palma
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Ancora altri nomi di imprenditori, professionisti e manager di grandi aziende tra i tanti italiani che spuntano dalle carte dei cosiddetti Panama Papers, l'enorme database di documenti messo a disposizione da un ex dipendente dello studio legale panamense Mossack Fonseca, specializzato nella costituzione e nell'amministrazione di società offshore a Panama e non solo. Dopo gli oltre duecento nomi già diffusi, dalle carte rivelate dal'International consortium of investigative journalists, che sta portando alla luce i patrimoni nascosti in società scudo di molti dei potenti della terra, spuntano i nomi di altri 80 nostri connazionali che avrebbero avuto a che fare con la società e dunque con la creazione di conti nei paradisi fiscali. Secondo quanto pubblicato oggi dal settimanale L'Espresso, che per l'Italia ha l'esclusiva dei Panama Papers, ci sono alcuni nomi noti ma anche molti anonimi investitori, sconosciuti alle cronache.

Tra i nomi più in vista spunta quello di Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo De Benedetti e presidente del gruppo Cir, la holding che controlla lo stesso gruppo editoriale L'Espresso. De Benedetti jr compare come amministratore ma non beneficiario economico di una società registrata nel 1995 a cura di Mossack Fonseca nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britanniche, la McIntyre holding Ltd. "Per quanto mi riguarda, non sono mai stato azionista né beneficiario economico di McIntyre holding. Il mio nome compare in quanto consigliere di amministrazione" ha tenuto a precisare il Presidente Cir, spiegando: "La società è stata chiusa da molti anni. In passato McIntyre si era occupata di investimenti finanziari nel continente americano gestendo antichi risparmi di famiglia e la posizione di questi ultimi fu regolarizzata con il fisco italiano nel 2003".

Tra gli altri nomi della lista ci sono anche Domenico Bosatelli, patron della Gewiss di Bergamo, marchio con attività in tutto il mondo nell'impiantistica elettrica. Bosatelli figurerebbe come beneficiario di una galassia di società offshore che va dai Caraibi a Montecarlo. Secondo quanto scoperto dai giornalisti dell'Espresso consultando i documenti,  l'industriale bergamasco risulta collegato alla Koster Ltd, registrata da Mossack Fonseca nel 1998, ma anche ad altre società in paradisi fiscali come la Koster Lda dell'isola di Madeira e la Koster Im del principato di Monaco. "La Koster delle Isole Vergini britanniche è proprietaria unicamente di un immobile a Montecarlo" ha tenuto a precisare un portavoce dell'82enne Domenico Bosatelli, presidente e unico azionista del gruppo Gewiss.

Tra gli altri nomi di peso c'è Silvio Garzelli, ex top manager del Gruppo Ferrero che in passato ha amministrato numerose attività internazionali della società, ma anche l'immobiliarista Daniele Bodini, con base a New York,  il costruttore napoletano Raffaele Raiola e l'ambasciatore di San Marino all'Onu. Come sottolinea il settimanale, però, in molti casi è stato impossibile risalire all'identità dei reali titolari delle società offshore e quindi rimangono anonimi più di metà dei circa 800 italiani che si son affidati negli anni allo studio legale Mossack Fonseca

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