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Pakistan: bomba contro una moschea sciita nel sud, almeno 49 morti

L’attentato rivendicato da un gruppo locale che si è separato dai talebani e si è schierato coi jihadisti dello stato islamico.
A cura di Antonio Palma
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Ancora una strage oggi in Pakistan per un attentato in un edificio religioso. A seguito di una esplosione avvenuta in una moschea sciita nella città di Shikarpur, nel sud del Paese, infatti almeno 49 persone sono morte e altre 55 sono rimaste ferite. L'attentato contro la moschea aveva l'obiettivo di causare più morti possibili tra la popolazione di fede sciita visto che la bomba è stata fatta esplodere durante la preghiera del venerdì, cioè quando l'edificio era pieno di persone. Purtroppo il bilancio delle vittime è ancora provvisorio perché molti feriti ricoverati in ospedale sono in gravissime condizioni dopo essere stati tirati fuori dalle macerie della moschea.

La rivendicazione

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la bomba, contenente tra i 6 e i 7 chilogrammi di esplosivo, è stata portata da un kamikaze che si è mischiato tra i fedeli mentre era in corso la tradizionale preghiera del mezzogiorno nel venerdì festivo islamico e si è fatto esplodere. Nell'esplosione un tetto dell’ingresso del luogo di culto è crollato. L'attentato è stato rivendicato da un portavoce del gruppo jundullah, un movimento armato scissionistico dei talebani pakistani che da tempo si è schierato con i jihadisti dello stato islamico. In Pakistan la minoranza sciita, che rappresenta circa un quinto della popolazione, è da tempo oggetto di attacchi sanguinosi da parte delle milizie pro Isis.

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