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Orfini: “Verdini non entrerà nel Governo. Italicum? Meglio senza ballottaggio”

Il Presidente del PD, in una intervista a Repubblica, apre a modifiche della legge elettorale: “Meglio che il premio di maggioranza vada al partito che prende più voti al primo turno”.
A cura di Redazione
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Non poteva che generare polemiche la scelta di Enrico Zanetti, viceministro dell’Economia, di lasciare Scelta Civica per unirsi alla pattuglia di Denis Verdini in Parlamento. Come hanno notato in molti, a questo punto “tecnicamente” Verdini è al Governo, dal momento che un esponente del suo partito siede tra i banchi dell’esecutivo. La questione agita anche il PD, tanto che oggi è intervenuto il Presidente della Direzione Nazionale Matteo Orfini.

“Operazioni come questa di Zanetti e Verdini provocano sconcerto; sono furbizie di cui non abbiamo bisogno”, ha spiegato Orfini in una intervista a Repubblica, senza peraltro chiarire se l’intenzione del partito è quella di chiedere all’ex esponente di Scelta Civica di fare un passo indietro rispetto all’incarico di Governo. Zanetti, insomma, deve “chiarire”, anche perché come ribadisce Orfini, “il gruppo di Verdini non fa parte della maggioranza di governo”.

Interessante anche il passaggio sulla legge elettorale, la cui discussione è già calendarizzata in Aula alla ripresa dalla pausa estiva. Per il Presidente democratico, “l’Italicum è frutto di un compromesso nel Pd e fuori dal Pd” e potrebbe essere cambiato, “se in Parlamento si trova la maggioranza per una modifica”.

E in tal senso spiega la sua posizione, con una proposta che non mancherà di far discutere proprio perché tocca uno degli aspetti più delicati della nuova legge elettorale, il turno di ballottaggio:

Se si tratta di introdurre il premio di maggioranza alla coalizione, sono contrario perché alimenta quei trasformismi di cui abbiamo parlato fin qui. È lo strumento che moltiplica i Verdini. Non si può avere paura di Verdini e chiedere il premio di maggioranza alla coalizione. Io ragionerei piuttosto sul modello elettorale greco. Con un premio di maggioranza che spetta al primo partito ma senza il doppio turno: garantisce la governabilità senza comprimere la rappresentanza

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