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Olli Rehn bacchetta l’Italia: “Prematuro dichiarare che la crisi è finita”

Il vicepresidente della Commissione Europea ha paragonato il Paese alla Ferrari che ha “una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi”.
A cura di D. F.
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Ricordate gli annunci dei giorni scorsi da parte di ministri del governo e Confindustria, a proposito della fine della fase recessiva dell'economia italiana? Ebbene, a calmare gli entusiasmi e riportarci con i piedi per terra è stato il vicepresidente della Commissione Ue responsabile degli Affari economici Olli Rehn, che durante un'audizione alla Camera ha messo in guardia dai toni trionfalistici: "La situazione – ha detto – sta migliorando, l'area dell'euro sta arrivando al punto di svolta che attendevamo da tempo. E' in corso un inizio di graduale ripresa che speriamo si consolidi anzi acquisti slancio nei prossimi mesi dove dovremmo vedere un miglioramento dell'occupazione, ma dichiarare che la crisi è finita sarebbe prematuro". Rehn ha quindi paragonato il nostro Paese alla Ferrari, affermando che ha "una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi. L'Italia è la terza economia per grandezza in Europa e il suo motore di crescita non può andare a basso regime, il motore ha bisogno di un'urgente revisione, non si può perdere tempo a pit stop spero che l'Italia guidi con due mani sul volante e rimanga fermamente in pista".

Ancora una volta nel mirino dei vertici europei è l'incertezza politica: "La stabilità politica è un fattore fondamentale per la ripresa". Anche perché l'Ue ha chiuso la procedura per eccesso di deficit, "ma l'Italia dovrà onorare gli impegni assunti, come il governo ha più volte dichiarato. I dati sul Pil sono deludenti". Rehn ha quindi spiegato che l'abolizione dell'Imu "ha suscitato e suscita preoccupazioni, rispetto allo spostamento degli oneri fiscali dai fattori produttivi verso altri cespiti. Adesso sarà nostro dovere verificare la service tax". Per il vicepresidente della Commissione Ue, comunque, "l'Italia è in linea con il conseguimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio". Tuttavia c'è una precisazione: sarà pareggio "a condizione che gli impegni attuali vengano rispettati, o concordate misure compensative laddove si creino buchi di bilancio. A queste condizioni non serviranno interventi aggiuntivi".

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