Obama: “In Siria l’azione militare resta un’opzione sul tavolo”

Opzioni diplomatiche, ma anche militari. Sono quelle che l’America di Barack Obama prende in considerazione a proposito della guerra in Siria. “C’è un ampio raggio di opzioni” che gli Usa possono adottare nei confronti di quanto sta accadendo nel Paese governato dal dittatore Bashar al Assad, appunto opzioni che sono sia diplomatiche ma anche militari. Questo perché – ha detto Obama al termine di un vertice alla Casa Bianca con il premier turco Recep Tayyip Erdogan – l’uso di armi chimiche in Siria rappresenta anche “una minaccia alla nostra sicurezza a lungo termine così come a quella dei nostri alleati e amici” nella regione. A proposito di questo utilizzo di armi proibite da parte di Assad sui ribelli è importante avere – ha detto Obama – informazioni più specifiche su ciò che è successo esattamente.

Non esiste, così il presidente americano, “una formula magica” per risolvere la crisi in Siria. Non esiste una formula magica per costringere Assad ad abbandonare il potere, come è nei desideri dell’America e della Turchia, ma l’auspicio di Obama è che la conferenza che Washington sta organizzando con la Russia il mese prossimo abbia successo. In conferenza stampa il presidente americano ha fatto sapere che continuerà a mandare aiuti umanitari al popolo siriano e a collaborare con l’opposizione: “Assad deve lasciare e sia gli Stati Uniti che la Turchia vogliono una transazione pacifica nel Paese”. Sempre in conferenza stampa, Erdogan ha detto che sta cercando di ottenere un'accelerazione a livello diplomatico per evitare altri morti nel Paese.