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Nuovi scontri a piazza Tahrir, 79 feriti. Nel mirino gli ambulanti

Cacciati da piazza Tahrir i venditori con duri scontri. Interrotta la tregua per le elezioni, tornano le rivolte.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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Cacciata ambulanti

Interrotta la tregua in Egitto. Poche ore di calma apparente per lo svolgimento delle operazioni di voto, poi ancora scontri nell'epicentro della rivoluzione: piazza Tahrir. Nella notte sono ricominciate le ostilità ma stavolta con un obiettivo diverso. Nel mirino dei manifestanti sono finiti i venditori ambulanti presenti da sempre nella piazza. L'accusa ai loro danni è stata quella di vendere sostanze proibite e rovinare l'immagine della piazza simbolo della rivoluzione. Violenti scontri si sono ripetuti per cacciarli tutti via dalla piazza.

Il bilancio è di settantanove feriti, come confermato da fonti mediche. A dare notizia degli scontri è stato il ministero della Salute del Cairo che ha confermato anche la motivazione. La rivolta contro i venditori ambulanti è cominciata quasi per caso ma assunto subito torni molto aspri. Gli attivisti raccoltisi come tutte le notti nella piazza hanno preso questa decisione e subito sono passati alle vie di fatto. Una scelta violenta che non ha lesinato maniere dure per la cacciata degli ambulanti. Lanci di sassi e bottiglie molotov sono state le armi più utilizzate. Per effetto dello scontro sono state subito ricoverate ventisette persone.

Gli scontri sono partiti a poche ore dalla chiusura dei seggi elettorali per le prime elezioni dalla fine della dittatura di Mubarak. Le operazioni di voto appena conclusesi riguardano il primo turno delle legislative. Le elezioni in tutto dureranno quattro mesi e avranno il compito di rimpiazzare con un governo democratico e con una nuova costituzione il vecchio regime. La campagna elettorale è stata rovente con scontri tra manifestanti e giunta militare insediatasi temporaneamente.

Sono ormai quindici giorni che gli egiziani sono tornati in piazza per lottare contro il sopruso dell'insediamento della giunta militare. La richiesta è quella di accelerare il processo democratico evitando di passare dalla dittatura di Mubarak a quella dei militari. Sono durante le operazioni di voto, gli scontri si erano fermati svolgendosi in una surreale situazione di calma.

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