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Non trova lavoro per colpa di quel tatuaggio. Sua figlia gli fa prendere l’importante decisione

Il 19enne neozelandese Mark Cropp è ormai disposto a tutto pur di trovare un lavoro. Lo deve soprattutto alla figlia piccola, nata mentre lui era in carcere e attualmente affidata ai servizi sociali. Ma quel tattoo sul volto finora è stato un enorme problema…
A cura di Biagio Chiariello
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Mark Cropp è un ragazzo neozelandese di 19 anni. Ha una figlia da sfamare, ma purtroppo non riesce in nessun modo a trovare un lavoro. La colpa sarebbe dell’enorme e vistosissimo tatuaggio che porta sul volto. Del resto, come evidenzia NZ Herald, quella scritta “Devast8” (“Devastare”) non è esattamente il miglior biglietto da visita per apparire professionali. Cropp se l’è fatto fare (da ubriaco) in galera, mentre scontava due anni per rapina aggravata. Lo scorso 12 luglio, il  ragazzo ha postato un selfie su una pagina Facebook di annunci di lavoro, affermando di essere qualificato per lavori di tinteggiatura e decorazione, ma assicurando di essere disposto a fare qualsiasi tipo di lavoro. Gli istituti penali neozelandesi facilitano l’accesso per i detenuti ai servizi di rimozione tatuaggi, ma in un primo momento Cropp ha rifiutato la proposta per ben due volte. Poi però ha cambiato idea.

“Quel tattoo è il mio soprannome, non un simbolo di affiliazione criminale”, ha dichiarato Mark al NZ Herald, a cui ha raccontato di quella notte di fine 2016 quando decise di farselo. “All’inizio doveva essere una cosa piccola lungo la linea del mento, ma tutto è andato a rotoli dopo che abbiamo bevuto un po’ troppo”. Ora però è tempo di cambiare. “Parte del motivo per cui sono come sono è l’essere cresciuto senza genitori, circondato da alcool e droghe, ma andare in carcere mi è servito a darmi una svegliata“, afferma.

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Proprio mentre era dietro le sbarre, la sua compagna Taneia ha messo al mondo la loro figlia. Le autorità però hanno negato alla coppia di tenere la piccola. Mark e Taneia ora sono costretti a vivere in un caravan, anche perché non possono proprio permettersi niente di meglio. E il problema riguarda anche il tatuaggio: “Ricordo che un’agenzia di lavoro mi disse: ‘Io non ti assumerei mai con quella cosa in faccia’, mentre altre si misero a ridere di me”, racconta il ragazzo. Alla fine Mark ha deciso che quel tattoo dovrà scomparire. Vuole farla principalmente per la sua bambina: “L’ho incontrata per la prima volta qualche giorno fa – racconta Mark – All’inizio era un po’ diffidente ma alla fine mi ha dato un bacio e un abbraccio”. E così si è rivolto ad uno studio di tatuaggi specializzato nella rimozione laser della body-art. Briar Neville, uno dei proprietari dello studio, che si trova a Auckland, ha spiegato: “Non mi è mai capitato un tatuaggio così grande da rimuovere, ci vorranno dalle otto alle dodici sessioni”.

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