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Napoli, figlio del boss spara a un coetaneo: litigavano per una 13enne

Arrestato il figlio 16enne di un esponente del clan Giuliano di Forcella che ha sparato contro il suo rivale in amore. Al centro della contesa una ragazzina di 13 anni, la sorella di Annalisa Durante, uccisa nel 2004 durante una sparatoria tra camorristi.
A cura di Susanna Picone
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Arrestato il figlio 16enne di un esponente del clan Giuliano di Forcella che ha sparato al suo rivale in amore. Al centro della contesa una ragazzina di 13 anni, la sorella di Annalisa Durante, uccisa nel 2004 durante una sparatoria tra camorristi.

Sono tutti minorenni i protagonisti della storia di criminalità che arriva da Napoli dove la polizia, questa mattina all’alba, ha fermato un 16enne, figlio di un esponente del clan Giuliano di Forcella, che ieri sera ha colpito un suo coetaneo sparandogli contro alcuni colpi di pistola. Il ragazzo è stato ricoverato in condizioni non gravi, il motivo dell’aggressione è dovuto a una questione di “gelosia” tra giovani. Entrambi i 16enni sarebbero infatti innamorati della stessa ragazzina, una 13enne parte di una famiglia già tristemente nota alle cronache. La giovane contesa è, infatti, la sorella di Annalisa Durante, uccisa nel 2004 da un proiettile vagante mentre era in corso una sparatoria tra camorristi a Forcella.

L’aggressione nella serata di ieri – La polizia sta indagando sui fatti avvenuti nella serata di ieri, da una prima ricostruzione si evince che la vittima si trovava a bordo di una moto con un amico in corso Garibaldi a Napoli quando è stato aggredito dal rivale. I due ragazzi sono stati avvicinati dal figlio del boss e da un altro coetaneo, anche loro a bordo di una moto, che gli hanno sparato contro. Il rivale in amore dell’aggressore è stato ferito a una gamba, perso il controllo del mezzo i due sono andati a sbattere contro un’auto in sosta. In transito nella zona vi erano alcuni agenti delle volanti del commissariato Montecalvario che sono intervenuti e hanno avviato le indagini arrivando stamane a identificare l’aggressore.

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