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Migranti, intesa sui Balcani a Bruxelles: 100mila posti per accoglienza

L’annuncio di Juncker è arrivato nella notte: “Ora si tratta di mettere in pratica l’accordo che abbiamo trovato”. È stato accettato un piano in 17 punti.
A cura di Susanna Picone
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Mentre in mare si continua a morire è stato fatto un primo passo avanti nel tentativo di gestire l’esodo dei migranti verso l’Europa lungo la rotta balcanica. L’annuncio del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è arrivato nella notte, al termine del mini-summit sull’emergenza migranti cui hanno partecipato i membri Ue, Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia e Ungheria, più Albania, Macedonia e Serbia. Per far fronte all’emergenza migranti sulla rotta dei Balcani saranno accolte 100.000 persone nei centri di accoglienza di cui la metà in Grecia. Juncker ha spiegato che è stato accettato un piano in 17 punti. “Ora si tratta di mettere in pratica l’accordo che abbiamo trovato”, ha aggiunto sottolineando che i migranti devono essere registrati: senza non avranno alcun diritto. “È inaccettabile- ha detto Juncker – che nel 2015 la gente sia lasciata dormire nei campi e attraversare fiumi con l'acqua sino al petto in temperature glaciali”. “Abbiamo posto la prima pietra, ora dobbiamo fare ulteriori passi in avanti”, ha commentato la Merkel.

L’accordo trovato a Bruxelles – I punti operativi del piano prevedono l'assistenza per i migranti: riparo, acqua, cibo, assistenza sanitaria. Gli Stati avranno il sostegno dell'Unhcr e se necessario del meccanismo europeo di protezione civile. I Paesi coinvolti dovranno scambiarsi le informazioni sui flussi di migranti e comunicare alla Commissione Ue i bisogni entro 24 ore; scoraggiare il movimento dei profughi o migranti da un confine all'altro senza informare i Paesi vicini; fornire cibo, acqua, riparo e assistenza sanitaria ai migranti con l'aiuto dell'Unhcr e del meccanismo Ue di protezione civile; registrare tramite i dati biometrici i profughi collaborando con le Agenzie Ue (Frontex ed Easo). Gli stessi Paesi dovranno inoltre lavorare per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale e rafforzare i controlli delle frontiere esterne. Frontex verrà rafforzato nella missione Poseidon nell'Egeo, al confine tra Turchia e Bulgaria, a quello tra Grecia, Albania e Macedonia per la registrazione dei migranti e così anche tra Croazia e Serbia, mentre la Slovenia entro una settimana dispiegherà, tramite cooperazione bilaterale, 400 agenti di polizia.

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