8 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Migranti: Angelo, il poliziotto che dà un nome alle vittime del mare grazie a Facebook

Lavora alla procura di Siracusa e ha avuto l’idea di contattare i familiari dei migranti dispersi, sfruttando soprattutto i social network. Così ha restituito un nome e un volto a 21 persone morte nel Mediterraneo. Il suo lavoro è stato valuto come “buona pratica” dal progetto ‘Mediterranean missing’.
A cura di Biagio Chiariello
8 CONDIVISIONI
Immagine

Usare Facebook per dare un nome alle vittime del mare e delle migrazioni. L’intuizione è venuta ad un ispettore di polizia della procura di Siracusa che è riuscito a restituire un'identità e un volto a ventuno persone che erano morte nel Mediterraneo in un naufragio avvenuto il 24 agosto del 2014 in acque vicine alle coste italiane, come racconta l'agenzia di stampa Redattore sociale. In quell’occasione Angelo Milazzo, che lavora presso la procura di Siracusa, nel gruppo FB creato per il contrasto all'immigrazione clandestina prova a a capire a chi appartengono i corpi della vittime.

Ma come mettersi in contatto con le famiglie dei migranti scomparsi in mare che vivono sull'altra sponda del Mediterraneo? "Avevo visto online diverse pagine Facebook di famiglie di siriani che stavano cercando le persone disperse in mare. Spesso pubblicavano liste con i nomi e le foto – ha spiegato Milazzo durante la conferenza di presentazione del progetto europeo Mediterranean missing -. Così ho pensato che contattarli poteva essere un buon modo per riuscire a capire se conoscessero qualcuna delle vittime. Ho chiesto ai miei superiori se mi autorizzavano l'apertura di una pagina Facebook, dopo il sì ho iniziato a lavorare e a stabilire i primi contatti".

Grazie a queste informazioni, l'ispettore di polizia è riuscito a creare dei profili personali sui “desaparecidos del Mediterraneo” e con un interprete è riuscito a realizzare una prima selezione che ha poi permesso di incrociare i nomi delle persone sparite con i corpi. "Alla fine ci siamo ritrovati con una marea di schede dettagliate sui dispersi – racconta -. E grazie all'aiuto di un interprete siamo riusciti a fare un primo screening. Nel tempo siamo riusciti a ritrovare anche persone disperse da altri naufragi". Del naufragio del 24 agosto sono stati identificati 21 corpi su 24. Ne restano soltanto 3 senza nome: due siriani e una donna eritrea. Il lavoro di Milazzo è stato così efficace e funzionale da essere studiato da un team di ricerca dell’Università di York che segue il progetto "Mediterranean missing" e analizza le buone pratiche e le criticità nel processo di identificazione delle salme dei profughi che fuggono dalla guerra.

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views