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Masturbarsi in pubblico non è più reato, ma si rischia multa di 30mila euro

Lo ha ricordato la Corte di Cassazione assolvendo un 69enne siciliano già condannato dalla Corte di Appello di Catania per aver praticato autoerotismo davanti alle studentesse che frequentavano la cittadella universitaria.
A cura di A. P.
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Masturbarsi in pubblico non è più considerato reato per l'ordinamento italiano dunque chi viene sorpreso in atti di autoerotismo in pubblico non rischia più il carcere ma le conseguenze potrebbero comunque essere pesanti visto che il gesto è penalizzabile con  una ammenda fino a 30mila euro nei casi più gravi. Lo ha ricordato la Corte di Cassazione chiamata ad esprimersi sul caso di un 69enne siciliano, Pietro L., condannato il 14 maggio del 2015 dalla Corte di Appello di Catania per atti osceni in luogo pubblico.

Il giudici della suprema corte, prendendo atto di quanto modificato dalla recente riforma legislativa in merito che depenalizza il reato, infatti hanno annullato la sentenza di condanna senza rinvio "perché il fatto non è previsto dalla legge come reato". Il 69enne era stato rinviato a giudizio perché "dopo aver estratto il proprio membro" praticava "l'autoerotismo" davanti alle studentesse che frequentavano la cittadella universitaria dove lui di solito si posizionava per le sue imprese. Sia in primo che in secondo grado l'uomo era stato condannato a tre mesi di reclusione convertiti poi nella multa di 3.420 euro. Ora però gli effetti penali scompaiono anche se per il 69enne scatterà una multa amministrativa la cui entità sarà compresa tra i cinquemila e i trentamila euro, secondo la decisione del Prefetto di Catania.

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