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Terra dei Fuochi, Adinolfi choc contro i manifestanti: “Popolo di merda”

Il giornalista, noto per le sue polemiche sui social network commenta duramente la mobilitazione nei Comuni dell’Agro Casertano e a Nord di Napoli: “Si sono fatti devastare tacendo dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici, ora fanno le manifestazioni. Che popolo di merda”. Ed esplode la polemica sui social network.
A cura di Redazione
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Mario Adinolfi, ex parlamentare italiano col Partito democratico, noto blogger, giornalista (e polemista) ha scatenato  una accesa discussione su Facebook e Twitter a seguito di una affermazione, a dir poco drastica – in linea col personaggio – circa la vicenda della Terra dei Fuochi. Commentando la manifestazione che ieri a Nord di Napoli ha portato in processione circa 50mila persone che hanno manifestato per chiedere una bonifica delle terre dell'agro Casertano e dei comuni dell'hinterland settentrionale del capoluogo campano, avvelenate da scarichi tossici, Adinolfi ha commentato sui social network: "Si sono fatti devastare tacendo dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici, ora fanno le manifestazioni. Che popolo di merda".

Il post ha generato una serie di reazioni durissime sia su Twitter che su Facebook. Molta gente ha ricordato all'ex parlamentare le innumerevoli manifestazioni degli anni scorsi. E che il problema della Terra dei fuochi è semmai balzato agli onori della cronaca nazionale solo ora. Insomma: soltanto adesso se ne parla al di fuori della Campania. Ma nell'ex terra Felix l'allarme era stato lanciato fin dalla metà degli anni Ottanta.

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Successivamente Adinolfi ha argomentato la propria posizione:

La risposta che ascoltiamo quotidianamente sui tram o al bar sui mali dell'Italia è: "Colpa dei politici, tutti ladri, li metterei al muro". L'arguto giornalista la raffina e parla di "casta", il fine intellettuale se la prende con la "crisi delle classi dirigenti". Io, aiutato dalle carambole che faccio in giro per il mondo e dalle foto che scatto ogni giorni sui tram oltre che dalla frequentazione che ho avuto del Parlamento italiano, sono giunto a una conclusione e le ho dato un nome. Si chiama: lo specchio perfetto.
Questa forma italica della democrazia rappresentativa, comunque e ovunque in crisi, ha prodotto lo specchio perfetto: la classe politica e dirigente somiglia in maniera impressionante alla propria popolazione. Una popolazione come quella italiana, lamentosa e complice, inconsapevole e profondamente ignorante, accattona e sostanzialmente vile, non può che riflettersi come in uno specchio perfetto in una classe dirigente analoga.

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