Si continua a scavare senza sosta nella zona in cui una slavina ha colpito, distruggendolo, l’hotel Rigopiano di Farindola. Il bilancio provvisorio è ancora drammatico: 5 morti, 23 dispersi, nove persone tratte in salvo. A complicare le cose, in questa quarta mattinata di soccorsi, sono ancora una volta le condizioni meteorologiche: tra Penne e Farindola si è alzata una densa coltre di nebbia e il cielo è nuvoloso. Condizioni che potrebbero rallentare i soccorsi, impedendo agli elicotteri di sorvegliare la zona e diminuendo ulteriormente la visibilità.
“Continuiamo a lavorare con grande determinazione, grande forza, grande professionalità e con ogni mezzo per trovare le persone che sono lì sotto”, ha spiegato il viceministro del’Interno Bubbico, aggiungendo come sia necessario “coltivare la speranza”. Questa mattina, però, non sembrano giungere buone notizie, come ha spiegato un funzionario dei pompieri all’ANSA: “Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie e stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive ma, anche, le strutture dell'albergo che si muovono sotto il peso della neve”. I soccorritori, invece, non riescono più a sentire quelle voci che nella tarda serata di ieri imploravano “aiuto” e per di più devono muoversi con grande cautela, dal momento che la zona è ancora a rischio slavine: “Il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte', e non è affatto escluso che l'intera slavina possa rimettersi in movimento”.
Alle 10 di questa mattina è prevista una conferenza stampa della Protezione Civile, in cui si farà il punto della situazione e si cercherà anche di capire come procedono le operazioni per liberare le strade e raggiungere le zone ancora isolate. Il problema riguarda in modo particolare il versante abruzzese, mentre nelle Marche la situazione sembra migliorata: tutte le frazioni sono state raggiunte, anche se restano ancora diverse migliaia di persone senza elettricità.
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Identificata un’altra vittima, è Sebastiano di Carlo, padre del piccolo Edoardo
È stata identificata un’altra vittima, Sebastiano di Carlo, padre del piccolo Edoardo, che è invece stato tratto in salvo dai soccorritori. Si tratta della quarta vittima accertata della slavina che ha colpito l’hotel Ricopiano. Ieri era arrivata anche la notizia della morte della mamma del piccolo Edoardo, Nadia Acconciamessa, confermata dal direttore sanitario dell’ospedale di Pescara.
Nebbia e gelo, i soccorritori: "Non sentiamo più voci"
Si continua a scavare senza sosta nella zona in cui una slavina ha colpito, distruggendolo, l’hotel Rigopiano di Farindola. Il bilancio provvisorio è ancora drammatico: 6 morti, 24 dispersi, nove persone tratte in salvo. A complicare le cose, in questa quarta mattinata di soccorsi, sono ancora una volta le condizioni meteorologiche: tra Penne e Farindola si è alzata una densa coltre di nebbia e il cielo è nuvoloso. Condizioni che potrebbero rallentare i soccorsi, impedendo agli elicotteri di sorvegliare la zona e diminuendo ulteriormente la visibilità.
“Continuiamo a lavorare con grande determinazione, grande forza, grande professionalità e con ogni mezzo per trovare le persone che sono lì sotto”, ha spiegato il viceministro del’Interno Bubbico, aggiungendo come sia necessario “coltivare la speranza”. Questa mattina, però, non sembrano giungere buone notizie, come ha spiegato un funzionario dei pompieri all’ANSA: “Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie e stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive ma, anche, le strutture dell'albergo che si muovono sotto il peso della neve”. I soccorritori, invece, non riescono più a sentire quelle voci che nella tarda serata di ieri imploravano “aiuto” e per di più devono muoversi con grande cautela, dal momento che la zona è ancora a rischio slavine: “Il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte', e non è affatto escluso che l'intera slavina possa rimettersi in movimento”.
Alle 10 di questa mattina è prevista una conferenza stampa della Protezione Civile, in cui si farà il punto della situazione e si cercherà anche di capire come procedono le operazioni per liberare le strade e raggiungere le zone ancora isolate. Il problema riguarda in modo particolare il versante abruzzese, mentre nelle Marche la situazione sembra migliorata: tutte le frazioni sono state raggiunte, anche se restano ancora diverse migliaia di persone senza elettricità.
Rischio valanghe ancora alto
I soccorritori sono al lavoro in condizioni estreme, rese ancora più difficili dal rischio di nuove slavine: "Il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte', e non è affatto escluso che l'intera slavina possa rimettersi in movimento".