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Legge stabilità: il Governo pone la fiducia in Senato, si vota intorno alle due di notte

Tra le proteste dell’Aula, il governo ha posto la questione di fiducia in Senato sul maxiemendamento alla legge di Stabilità. Lo ha annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi.
A cura di Redazione
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UPDATE ORE 22.40 – È alta la tensione al Senato: a commentare quanto accaduto oggi e quanto ancora sta accadendo in aula è stato, su Facebook, il senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. Il parlamentare, che ha usato termini decisamente duri nel suo post contro il Governo e il premier, ha definito “allucinante” quello che sta succedendo e ha sottolineato che da 23 ore sono in attesa di “un maxi emendamento che il Governo Renzi non è capace di scrivere” e che per questo la fiducia verrà votata questa notte alle tre. “Pensavo di aver visto tutto – scrive Crimi su Facebook – Qui abbiamo toccato il fondo e abbiamo iniziato a scavare. A scavare la fossa per questo Paese”.

UPDATE ORE 21.55 – Si vota in piena notte. Secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo del Senato, la chiama per il voto di fiducia sulla legge di stabilità dovrebbe iniziare tra l'1.30 e le 2 di questa notte. Sono infatti da considerare i tempi necessari per la discussione generale, le dichiarazioni di voto e la chiama dei senatori. A seguire, si terrà il Cdm per l'approvazione della nota di variazione di bilancio e alle 3 ci sarà il voto finale della legge di bilancio.

UPDATE ORE 19.30 – Il governo ha chiesto la fiducia in Senato sul maxiemendamento alla legge di Stabilità. Lo ha annunciato, tra le proteste dell’Aula, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Subito dopo il presidente del Senato Pietro Grasso ha convocato la Conferenza dei capigruppo, per decidere i tempi di discussione e voto.

UPDATE – Dopo aver terminato l'esame degli emendamenti del DDL Bilancio il vice ministro dell'economia Enrico Morando ha dichiarato al Senato: "Abbiamo bisogno ancora di un po' di tempo. Serve qualche ora per la presentazione del maxiemendamento sul quale il governo porrà la fiducia". Il punto è "la mancanza di una parte della relazione tecnica". Se non si dovesse riuscire ad arrivare entro oggi al voto sulla Legge di Stabilità si starebbe ipotizzando, una volta pronto il maximendamento del Governo, di convocare una conferenza dei capigruppo nella quale decidere le modalità di votazione della fiducia sulla manovra e che allo stesso tempo stabilisca il calendario dei lavori d'Aula alla ripresa dalla pausa natalizia.

Nella giornata di ieri vi avevamo raccontato della “minaccia” del Movimento 5 Stelle di trattenere in Aula i senatori anche il giorno di Natale se il Governo avesse deciso di blindare con la fiducia il maxiemendamento alla legge di stabilità, senza consentire alla Commissione Bilancio di concludere il suo lavoro di esame. Una minaccia che potrebbe peraltro concretizzarsi, non fosse altro che in considerazione dei ritardi con i quali l’Aula di Palazzo Madama sta affrontando la questione: dopo aver mandato in Aula il provvedimento senza mandato al relatore e dopo aver cominciato questa mattina l’analisi del testo, la Presidenza ha sospeso e rinviato al pomeriggio la seduta perché mancano ancora i pareri sugli emendamenti della Commissione Bilancio (e in contemporanea c’è un appuntamento istituzionale). A questo punto, dunque, slitta la presentazione del maxi-emendamento interamente sostitutivo della legge di stabilità e dunque il voto di fiducia dovrebbe arrivare entro la tarda serata di oggi.

Ma che i tempi siano quelli auspicati dal Governo non è affatto scontato, sia perché c’è e resta la minaccia dell’ostruzionismo dell’opposizione (e non sono da escludersi “colpi di scena” nel corso del dibattito), sia perché restano in piedi molti punti interrogativi nel merito del provvedimento. In particolare nelle ultime ore è emerso il “nodo” dei dipendenti delle province, “abolite” dal disegno di legge Delrio, con circa 20mila posti a rischio (di cui 8mila dipendenti dei centri per l’impiego). Sul punto La Stampa riporta le parole del relatore Santini: “Nessun lavoratore verrà licenziato. Dal primo gennaio scatterà un percorso di mobilità e per due anni conserveranno il posto. Dopo i due anni scatteranno le regole in vigore che prevedono che i lavoratori prendano l’80% dello stipendio”. Ma i Sindacati sono già in agitazione:

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