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“Lavorare il 25 aprile non è obbligatorio”, tribunale dà ragione a dipendente

La disponibilità al lavoro festivo non equivale a obbligatorietà: un discrimine, questo stabilito dal tribunale di Pordenone, che potrebbe rappresentare un importante precedente giuridico.
A cura di Redazione
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Un conto è dare la disponibilità al lavoro festivo, altra è l'obbligatorietà: questo è quanto stabilito in sintesi da una sentenza del tribunale del lavoro di Pordenone su un caso avvenuto nel 2015, quando l'addetto di un centro commerciale di Fiume Veneto, in provincia di Pordenone, aveva rifiutato di lavorare il 25 aprile, il giorno della Festa della Liberazione. Il dirigente aveva quindi punito il proprio dipendente con un provvedimento disciplinare, che gli ha quindi fatto causa. In settimana il giudice ha stabilito che "non è obbligatorio lavorare nei giorni di festa", nonostante nel contratto individuale se ne sia data disponibilità. Il discrimine stabilito dalla sentenza tra disponibilità e obbligatorietà potrebbe rappresentare un precedente particolarmente importante, come ha osservato la stessa Filcams Cgil, aggiungendo a Messaggero Veneto che "il potere tra datori e dipendenti è fortemente sbilanciato nei confronti dei primi: e il lavoratore o accetta quelle condizioni o sa che dietro di lui ce ne sono cinquemila pronti a prendere il suo posto".

La sentenza del tribunale di Pordenone è stata deliberata poche ore prima della pubblicazione di uno studio della Cgia sui lavoratori della domenica, in crescita nel nostro paese sulla spinta di una concorrenza favorita da specifiche leggi e crisi economica.

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