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La storia del peggior affare di tutti i tempi

Quasi tre miliardi di euro persi in pochi mesi: è il bilancio finale della saga del peggior affare di sempre, che ruota intorno al botox…
A cura di Redazione
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La più grande disfatta di sempre. È così che alcuni analisti hanno definito l'acquisto di azione della Valeant da parte di Bill Ackman, investitore attivista tra i più noti negli Usa, che proprio in questi giorni ha liquidato l'intera partecipazione nell'azienda farmaceutica riportando una perdita di circa 2,8 miliardi di dollari. Non proprio spiccioli.
La storia fra la Pershing Capital, società che gestisce il fondo di investimento di Ackman, e Valeant va retrodatata a quasi tre anni fa quando l'uomo di affari decise di investire nell’azienda il cui titolo – curiosamente – era sempre in ascesa sul mercato. Successo che si spiegava con la spregiudicata strategia aziendale dell’allora amministratore delegato Michael Pearson.

Il ceo di Valeant era solito finanziare a debito le acquisizioni di aziende da cui poteva ricavare innovazioni e brevetti, per poi recuperare i costi delle sue operazioni tagliando gli investimenti in ricerca e sviluppo e innalzando vertiginosamente i costi dei farmaci. I successi in borsa di Valeant, spinsero Ackman a continuare la collaborazione con Pearson. Nella primavera del 2014, insieme lanciarono un’offerta da quasi 46 miliardi di dollari per acquistare Allergan, azienda produttrice del popolare farmaco antirughe Botox.

Sebbene l’offerta non trovò l'accordo dell'Allergan che venne successivamente acquistata dall'Actavis, Ackman ci guadagnò una cospicua partecipazione nell'azienda dispensatrice del Botox. Motivo per cui Ackman e Valeant vennero querelati dagli investitori per presunto aggiotaggio nella scalata, non riuscita, ad Allergan.

Questi però non sono stati gli unici fattori a determinare il crollo del titolo Valeant in borsa e la scelta operata in questi giorni da Ackman di vendere tutte le sue azioni. L’azienda farmaceutica canadese è stata infatti messa sotto inchiesta per presunte speculazioni sui prezzi dei farmaci ed è stata oggetto di un esposto da parte della Citron Research, società dello short-seller statunitense Andrew Left, che mette in dubbio la solidità del suo modello di business.

Facendo un passo indietro, ai tempi della fallita scalata ad Allergan, si scopre che gli investitori – in blocco – iniziarono ad abbandonare Valeant, mentre invece Ackman fu deciso a comprare le sue azioni, convinto che avrebbe invertito la tendenza dei conti. Al posto di Pearson, nominò un nuovo amministratore delegato, Joseph Papa che intraprese una politica di cessione di asset e di ripianamento del passivo. Nel corso di una telefonata con gli investitori, Ackman arrivò persino a ipotizzare che il titolo su Wall Street avrebbe potuto raggiungere la soglia dei 448 dollari entro il 2019.

Nonostante i cambi ai vertici, Valeant non è riuscita a superare le difficoltà nel controllo del debito (arrivato a oltre 30 miliardi di dollari) e nella riconquista della fiducia degli investitori. Ecco perché il titolo ha continuato il suo inarrestabile crollo in borsa scendendo fino ai 12 dollari di lunedì scorso, dai 257 dollari dell’estate del 2015.

Un tracollo quasi impensabile se si considera che Pershing pagò in media per ogni azione (ne acquistò quasi 27 milioni) 190 dollari. La scorsa settimana, Valeant ha avvisato gli investitori che il fatturato potrebbe diminuire dell’8 percento e che continuerà a vendere asset. Dendreon è stato ceduto a Sanpower, Skincare a L’Oreal per 2.12 miliardi di dollari. La società non è però stata disposta a vendere Salix che Ackman avrebbe voluto cedere a Takeda. Probabile che sia stato proprio questo il motivo per cui l'investitore ha deciso di vendere le sue azioni e porre fine a uno dei peggiori investimenti di sempre.

Articolo a cura di Marianna D'Alessio.

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