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La Spezia, padre picchia la figlia perché “non è una buona musulmana”: condannato

La ragazza, stanca dei maltrattamenti di suo padre, ha trovato il coraggio di denunciarlo. Ora l’uomo, un 44enne originario del Bangladesh, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione e al pagamento in favore della figlia di una provvisionale di 12mila euro.
A cura di S. P.
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Hijab girls

Avrebbe ripetutamente picchiato e insultato sua figlia perché a suo dire non era una buona musulmana. Perché la giovane sarebbe stata “colpevole” di preferire lo stile di vita occidentale ai precetti islamici. Così per anni un uomo di quarantaquattro anni originario del Bangladesh e residente alla Spezia avrebbe sottoposto la ragazza a vessazioni e maltrattamenti. E alla fine la giovane, poco più che maggiorenne, ha trovato il coraggio di dire basta a quei soprusi e di denunciare suo padre. Sono così partite le indagini che hanno portato l’uomo davanti ai giudici. Al termine del processo, l'uomo è stato condannato dal giudice del tribunale spezzino Diana Brusacà a due anni e sei mesi di reclusione e al pagamento in favore della figlia di una provvisionale di dodicimila euro e di un risarcimento da definire in sede civile.

Schiaffeggiata, minacciata e picchiata con la cintura – Secondo quanto sostenuto dall'accusa, il quarantaquattrenne avrebbe impedito a sua figlia di uscire con le amiche e di vestirsi con gli indumenti occidentali e a volte sarebbe arrivato a minacciarla e picchiarla con la cintura o schiaffeggiarla. La ragazza sarebbe stata anche costretta, in alcuni casi, a rimanere per ore in piedi accanto al letto. “Non sei una buona musulmana”, le diceva l’uomo che non avrebbe esitato neppure a definire sua figlia una “puttana”. La giovane avrebbe sopportato i maltrattamenti del padre per il suo modo di comportarsi per anni, dal 2011 al 2016, fino a quando non ha deciso di denunciarlo.

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