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La classe che ha deciso di rinunciare a social e web per riscoprire le relazioni sociali

L’iniziativa dei ragazzi di una scuola superiore di Prato grazie ad un docente: “Non pensavamo di essere così dipendenti dalla tecnologia”
A cura di Antonio Palma
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Una intera settimana senza connessione internet e senza telefonino con cui poter navigare, chattare o stare sui social. Probabilmente ben pochi ci riuscirebbero, anche tra gli adulti, ma è quello che hanno tentato nei giorni scorsi alcuni ragazzi di una scuola superiore di Prato, l'Istituto tecnico Dagomari, invogliati da un loro docente. Si è trattato di una sorta di esperimento sociale per fare riscoprire agli adolescenti il piacere di cose importanti ma che sembrano ormai relegate a piccolissimi momenti della vita quotidiana, come il parlare con gli altri e discutere con chi ci è accanto.

Una tentativo non facile per i ragazzi che ormai hanno l'abitudine persino di parlarsi tramite messaggi istantanei anche se si trovano nella stessa stanza, ma che alla fine ha dato i risultati sperati. Lo scopo era "recuperare la relazione reale e immaginare altri modi di vivere le proprie giornate". Tutti gli studenti infatti hanno confermato che, dopo le preoccupazioni e le difficoltà iniziali, hanno riscoperto qualcosa che non credevano di avere. "L’esperimento non ha voluto demonizzare l’utilizzo della tecnologia, internet o dei social, ma piuttosto ripensare ad una vita reale 2.0″ ha spiegato il docente promotore dell'iniziativa, un 35enne precario da 10 anni e da due insegnante a Prato, che poi ha trascinato con sé altri colleghi.

"Io sono stata disperata due giorni, il tempo non passava mai, poi ho parlato con un’amica per mezz'ora, è stato bello!", ha confessato ad esempio una 16enne, come racconta il Corriere della Sera. "Sono stata a cena un’ora con i miei, erano felicissimi" ha confermato un'altra, "Non mi sono mai accorta di avere così tanto tempo a disposizione, studio e faccio molte più cose" ha sottolineato un'altra ragazzina. Tutti i ragazzi sono stati concordi: "Non pensavamo di essere così dipendenti dalla tecnologia".

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