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La “Banca degli immigrati” condannata per razzismo

Extrabanca, il primo istituto di credito italiano nato nel 2010 con lo scopo dichiarato di dare credito ai cittadini stranieri, è stata condannata per razzismo dal Tribunale di Milano.
A cura di Davide Falcioni
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OTTO BITJOLA, NEL SUO STUDIO DI VIA SETTEMBRINI - COPPOLA - fotografo: BRANDI
OTTO BITJOLA, NEL SUO STUDIO DI VIA SETTEMBRINI – COPPOLA – fotografo: BRANDI

Si chiama Extrabanca ed è il primo istituto di credito italiano nato nel 2010 con lo scopo dichiarato di dare credito ai cittadini stranieri, compresi gli extracomunitari. Insomma, una banca che intendeva aiutare tutti gli immigrati in Italia, ma che è stata condannata a risarcire Otto Bitjoka, il suo ex vicepresidente, per averlo licenziato nel 2011 dal suo incarico nel consiglio di amministrazione dell'istituto. E quel che è più paradossale è che – secondo la seconda sezione civile della Corte di Appello del tribunale di Milano – a determinare l'allontanamento dell'uomo sono stati "motivi razziali". La sentenza è stata emessa il 23 giugno e condanna Extrabanca a risarcire Bitjoka con un indennizzo di 80 mila euro, tutto compreso, per il danno subito, non solo a livello professionale.

Otto Bitjoka è un imprenditore italiano – attivo sul fronte sociale – di origine camerunense: è stato tra i fondatori di Extrabanca, di cui era vicepresidente. Quattro anni fa, quando era membro del consiglio di amministrazione, fu l'unico a denunciare il comportamento discriminatorio nei confronti di un dipendente di origine senegalese, Cheik Tidiane Gaye. Quest'ultimo raccontò che alcuni dirigenti dell'istituto di credito volevano dissuaderlo dal candidarsi alle elezioni amministrative a fianco di Giuliano Pisapia. A quanto pare il senegalese veniva scoraggiato a causa della sua razza e del colore della sua pelle. Non solo, i dirigenti di Extrabanca gli consigliarono di rinunciare a ogni ambizione di carriera proprio in virtù del fatto che era immigrato. Tutti fatti accertati da una sentenza del marzo del 2012 del tribunale del Lavoro di Milano che ha riconosciuto a Gaye di aver subito "molestie razziali".

Per quanto riguarda Otto Bitjoka, si tratta è un "afro-lombardo", da anni sposato con una milanese e da trent’anni residente nel capoluogo lombardo, città dove è cresciuto e dove si è anche laureato, alla Cattolica, in Scienze Economiche e Bancarie.

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