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L’Ue traccerà le merci provenienti dai territori occupati, Israele: “L’Europa si vergogni”

L’Ue impone che sulle merci provenienti dai territori palestinesi occupati dal 1967 sia indicato chiaramente la provenienza. Netanyahu protesta: “La Ue deve vergognarsi”
A cura di Antonio Palma
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L'Unione Europea dà il via libera alla modifica delle norme sulle etichette dei prodotti israeliani imponendo nuove linee guida per la tracciabilità dei prodotti provenienti dagli insediamenti ebraici. La Commissione europea infatti ha approvato la nuova etichettatura per i prodotti originati negli insediamenti israeliani dei territorio palestinesi occupati dal 1967. Il provvedimento era stato chiesto a gran voce da ben 16 Paesi membri dell'Unione, compresa l’Italia, per ragioni definite da Bruxelles puramente tecniche e volte a informare i consumatori europei, ma le norme hanno già scatenato la reazione durissima da parte delle autorità israeliane che parlano di decisione politica. Fino ad ora infatti i prodotti provenienti dalle colonie israeliane sono stati etichettati semplicemente come "fabbricati in Israele", ma da ora in poi, anche se è lasciata ai singoli Paesi la scelta della dizione da adottare, dovrà essere indicato chiaramente che il prodotto in questione viene da un "insediamento".

"Non si tratta di nuovi obblighi, ma del chiarimento necessario per uniformare l'applicazione nei 28 paesi Ue" sottolineano dalla Commissione, ricordando che ad esempio Gran Bretagna, Belgio e Danimarca avevano già anticipato l'obbligo di etichettatura per i prodotti degli insediamenti. "La Ue deve vergognarsi" ha dichiarato senza mezzi termini il premier isreliano Benyamin Netanyahu che ha anche convocato l'ambasciatore dell'Unione in Israele. "L'iniziativa europea mostra un doppio standard e riguarda solo Israele, piuttosto che le altre 200 dispute in tutto il mondo" ha continuato Netanyahu, aggiungendo: "L'economia israeliana comunque è forte e può gestire questa situazione, quelli che verranno colpiti saranno i palestinesi che lavorano nelle fabbriche israeliane".

Soddisfazione è stata espressa invece dai Palestinesi. "Siamo contenti e soddisfatti per la decisione dell'Unione Europea di mettere in atto l'etichettatura dei prodotti delle colonie nei Territori occupati palestinesi" ha detto all'Ansa Mohammad Shtayyeh, membro dell'Olp e direttore di Pedcar, l'organizzazione economica palestinese per la ricostruzione e lo sviluppo, definendo le nuove regole "un passo importante per la soluzione a due stati e per future sanzioni contro i prodotti delle colonie". Come spiegano da Bruxelles, in realtà il volume del commercio tra Ue ed Israele è nell’ordine di circa 30 miliardi di euro l’anno (17 di export europeo verso Israele, 13 di import nella direzione opposta), mentre il valore del commercio con l’Europa di prodotti dei territori occupati rappresenta solo 154 milioni di euro nel 2014, quindi meno dello 0,5%.

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