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L’Otello di Gioacchino Rossini apre la stagione lirica del Teatro di San Carlo di Napoli

A duecento anni dalla prima rappresentazione napoletana di “Otello”, in scena al Teatro del Fondo il 4 dicembre 1816, torna la tragedia shakespeariana al Teatro di San Carlo in apertura della stagione 2016-2017.
A cura di Massimiliano Craus
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Juraj Valcuha, direttore musicale principale
Juraj Valcuha, direttore musicale principale del Teatro di San Carlo di Napoli

Il 30 novembre parte ufficialmente la nuova stagione del Teatro di San Carlo di Napoli con undici titoli di primissimo piano, cari al grande pubblico appassionato ed utili alle casse sancarliane mai abbastanza solide, o almeno come la soprintendente vorrebbe. Salvo Piotr Ilich Ciaikovskij, Georges Bizet e Richard Strauss prevale la linea italiana della composizione, con quattro opere musicate da Giuseppe Verdi, due da Giacomo Puccini ed una da Gaetano Donizetti e Gioacchino Rossini a testa, con l'Otello inaugurale e beneaugurante. Il dramma per musica in tre atti di Francesco Berio di Salsa, ripreso dall'opera di William Shakespeare nell'anno delle celebrazioni del quattrocentesimo anniversario della sua morte, è l'opera che per antonomasia può accontentare il gusto e la fantasia degli appassionati, soprattutto quelli abituati all'almanacco del giorno ed alla storia gloriosa dell'opera italiana. Eh sì, in questo caso "Otello" festeggia i suoi primi duecento anni in scena, proprio come avrebbero voluto nei rispettivi tempi la penna geniale di William Shakespeare, il librettista Francesco Berio di Salsa, il compositore Gioacchino Rossini, i quattro protagonisti della primissima rappresentazione Andrea Nozzari, Isabella Colbran, Giovanni David, Michele Benedetti ed il pubblico napoletano di quel 4 dicembre del 1816 presente al Teatro del Fondo, ovvero l'attuale Teatro Mercadante di Napoli. E proprio a pochi metri da lì, la prossima domenica del 4 dicembre, il turno F degli abbonati potrà festeggiare dal vivo, sulla scena del Teatro di San Carlo, un compleanno davvero speciale diretto da Gabriele Ferro e dal regista Amos Gitai. Una festa nella festa, dunque, con la città di Napoli protagonista del proprio destino e della propria tradizione operistica in una magica serata racchiusa dalle altre cinque repliche di un "Otello" in scena dal 30 novembre al 6 dicembre.

Dopo "Otello" un tourbillon di titoli e nomi di gran respiro

La Boheme di Giacomo Puccini
La Boheme di Giacomo Puccini

La festa dicembrina di "Otello" è solo l'inizio di una stagione ricca di altri dieci titoli che dal 16 dicembre 2016 accompagnerà il numeroso pubblico sancarliano fino al 15 ottobre 2017. Un repertorio completo per tutti i gusti, come da tradizione e come da pronostico. La soprintendente Rosanna Purchia, in bella compagnia del direttore artistico Paolo Pinamonti, quest'estate ha già alzato l'asticella mediatica attorno al Massimo partenopeo con la discutibile ed infatti assai discussa doppia nomina del nuovo direttore musicale principale Juraj Valcuha e quello onorario Zubin Metha. Ma per fortuna nostra e dei tanti appassionati il testimone è ben presto passato ai contenuti, spesso abbandonati a se stessi o svuotati fino al collasso, concernenti la musica, la direzione e la regia dei dieci titoli in rapida successione sul palco più bello ed antico al mondo. Si riparte con "La Boheme" di Giacomo Puccini e libretto a quattro mani di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, in scena dal 16 al 21 dicembre di quest'anno, anche nella ricorrenza dei centoventi anni dalla prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino. Il 2017 si apre con "Rigoletto" di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo, in scena dal 18 gennaio al primo febbraio. C'è posto anche per la prima nazionale "Charodeika" al Teatro di San Carlo, con lo spartito di Piotr Ilich Ciaikovskij e libretto di Ippolit Vasilyevich Shpazhinsky, in scena dal 17 al 25 febbraio a festeggiare i centotrent'anni dalla prima rappresentazione pietroburghese.

A primavera si respira un gran belcanto al Teatro di San Carlo

Daniel Oren
Daniel Oren

A primavera, esattamente dal 22 al 30 marzo va in scena "Lucia di Lammermoor" di Gaetano Donizetti e libretto di Salvatore Cammarano, con la regia di Gianni Amelio pochi giorni prima di "Elektra" di Richard Strauss, titolo omonimo della tragedia di Sofocle riletta dal libretto di Hugo von Hoffmannstahl sul palco sancarliano dal 9 al 15 aprile e con la bacchetta del direttore musicale principale Juraj Valcuha. Giusto in tempo per rituffarci sulle note di Giuseppe Verdi e dell'immortale "La Traviata" di Francesco Maria Piave, in scena dal 23 aprile al 5 maggio, a ricalcare le vicende del dramma di Alexandre Dumas "La dame aux camelias". Per poi ritornare a Giacomo Puccini che, dopo l'invernale "La Boheme" torna in auge con la "Manon Lescaut" arricchita dalla direzione dell'amato Daniel Oren e dai costumi della sancarliana Giusi Giustino nelle rappresentazioni dal 15 al 21 giugno. In estate gli ultimi tre titoli scaldano maggiormente le poltrone con la "Carmen" di Georges Bizet ed i verdiani "Trovatore" e "Simon Boccanegra", quasi a regalare le ultime boccate d'ossigeno ed adrenalina in vista della calura e della pausa estiva.

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