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L’Erasmus? Aiuta a trovare lavoro. E fa nascere molti amori (e bambini)

Il tasso di disoccupazione degli studenti che hanno beneficiato dell’opportunità concessa dal progetto europeo è inferiore del 23%. E’ quanto si evince da uno studio della Commissione Europea. Inoltre uno su tre ha un partner fisso di un’altra nazionalità.
A cura di Biagio Chiariello
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Chi ha fatto l’Erasmus, ha maggiori speranze di trovare lavoro. E’ un dato di fatto che emerge  da un nuovo studio della Commissione sull’impatto del famoso programma di scambi dell’Unione europea, in relazione alle prospettive occupazionali per gli universitari che vi hanno aderito. La ricerca, condotta su 34 Paesi, si basava su dei questionari a cui hanno risposto circa 80mila persone, tra ex studenti e datori di lavoro. L’analisi ha certificato che l'incidenza della disoccupazione di lunga durata per gli ex studenti Erasmus è praticamente dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato all’estero. A cinque anni dalla laurea, infatti, il tasso di disoccupazione degli studenti Erasmus è più basso del 23% rispetto ai coetanei.

In un contesto europeo segnato da livelli inaccettabili di disoccupazione giovanile i risultati dello studio d'impatto su Erasmus sono estremamente significativi – ha commentato Androulla Vassiliou, commissaria cipriota uscente per istruzione, cultura, multilinguismo e gioventù – il messaggio è chiaro: chi studia o si forma all'estero migliora le proprie prospettive lavorative. Il nuovo programma Erasmus+ offrirà sovvenzioni Ue a 4 milioni di persone tra il 2014 e il 2020, dando loro la possibilità di sperimentare la vita in un altro paese mediante studi, formazione, insegnamento o volontariato".

Ma non è solo il lavoro ad essere un incentivo per un’esperienza universitaria all’estero: il 93 per cento di chi parte per questa avventura afferma di non avere difficoltà ad immaginare per sé un futuro non in Italia (o in Paesi diversi dal proprio). Non sorprende, dunque, che ben il 40 per cento di coloro che ha fatto l’Erasmus ha poi davvero scelto di trasferirsi in una altra nazione (mentre la quota degli altri laureati è del 20 per cento). In tal senso, va pure detto che il 64 per cento dei datori di lavoro è convinto che l’Erasmus rappresenti un punto in più e che, quindi, aumenti le probabilità di essere assunti.

Dall’Erasmus sono nati un milione di bambini

L’Erasmus sarebbe pure un vantaggio per le famiglie. Nei suoi 27 anni di vita il programma Erasmus, ha contribuito a trovare anche un partner fisso ad una persona su tre tra coloro che ne hanno beneficiato: il 33 per cento afferma infatti di avere un compagno/a di un’altra nazionalità e il 27 per cento l’ha incontrato proprio durante il proprio soggiorno all’estero. L’Erasmus ha dunque fatto sbocciare molti amori e, stando alle stime della Commissione Europea, anche più di un milione di bambini. E pensare che l’Erasmus è continuamente minacciato dai continui rischi di tagli del budget.

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