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L’Antitrust multa Trenitalia: “Sanzioni troppo salate per chi è senza biglietto”

La società di trasporti inoltre dovrà riconoscere un indennizzo ai viaggiatori per i treni che arrivano con oltre 30 minuti di ritardo.
A cura di Davide Falcioni
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L'Antitrust ha inflitto una multa di un milione di euro a Trenitalia per "pratica commerciale scorretta" in merito alle sanzioni applicate per "irregolarità di viaggio" i caso di mancanza di biglietto da parte del viaggiatore. Un provvedimento inaspettato che, se abbinato alle novità sugli indennizzi in caso di ritardo dei treni, sposta decisamente verso il consumatore l'ago della bilancia: l'indennizzo si potrà ottenere in caso di ritardo superiore ai 30 minuti sull'orario previsto, in luogo della soglia di un'ora ora in vigore; Non solo, i viaggiatori otterranno un bonus (non in denaro) pari al 25% del prezzo del biglietto sui servizi nazionali di media e lunga percorrenza, da scontare in viaggi successivi. Per le stazioni dei principali "nodi" ferroviari, come quelle di Roma, Milano, Bologna, Firenze e Torino, è previsto un margine ulteriore di tre minuti sull'eventuale ritardo. E ancora: dal primo marzo verrà introdotto il "biglietto globale misto", che Trenitalia proporrà al posto di quello a più tratte, in modo da garantire al passeggero sia il bonus di rimborso sull'intero importo pagato sia la prosecuzione del viaggio in caso di ritardo dovuto a perdita di coincidenza.

Per quanto riguarda la sanzione record da un milione di euro l'Antitrust l'ha inflitta al termine di un procedimento inerente il sistema di accertamento e repressione delle "irregolarità di viaggio", ovvero la "mancanza del biglietto" da parte del viaggiatore. Normalmente i controllori applicano pesanti sanzioni, che tuttavia l'autorità ha giudicato "afflittive" perché impongono al trasgressore – oltre al pagamento del prezzo dovuto per il viaggio in corso – una "sovrattassa" (da 50 a 200 euro) e un'ulteriore somma a titolo di "oblazione". Ciò, secondo l'Antitrust, si verifica "anche quando i passeggeri sono nell'impossibilità – per forza maggiore o addirittura disservizio imputabile alla stessa Trenitalia – di regolarizzare la propria posizione e anche a fronte di posti liberi a bordo treno".

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