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Kerry fuori onda si contraddice su Israele: “Altro che operazione chirurgica”

Il segretario di Stato americano scivola su una buccia di banana, esprimendo un parere contraddittorio rispetto alla sua posizione pubblica, ostile ad Hamas. In diretta il conduttore chiede un commento e lui smentisce.
A cura di Andrea Parrella
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Sembra che un fuori onda sia stato fatale a John Kerry, segretario di Stato americano che si è speso oggi, e lo fa da giorni, in un chiaro endorsement nei confronti delle ragioni israeliani in merito al conflitto sulla striscia di Gaza. Proprio oggi riportavamo le sue parole dure sull'atteggiamento di Hamas, che a suo parere utilizza "Donne e bambini come scudi". Una condanna piena, quella di Kerry, che c'è tuttavia il dubbio non sia completamente sincera. Durante la stessa diretta televisiva, fuori onda, il segretario di Stato si sarebbe lasciato scappare frasi forti su Israele:

Altro che operazione di precisione… Altro che operazione di precisione. L’escalation è significativa. Dobbiamo andare lì. Dobbiamo andare lì stasera. È pazzesco stare seduti

Kerry smentisce in diretta la gaffe

A riportare la notizia sono molti siti esteri, nonché La Stampa, e si tratta di una notizia potenzialmente importante. L'affermazione, per sua sfortuna, è giunta al conduttore, il quale, ritornato in diretta non ha potuto fare a meno di chiedere spiegazioni: "Mentre eta in camera e con il microfono spento, ha parlato con una persona del suo staff sulla situazione in Israele. Quando ha detto “altro che operazione di precisione” si riferiva al fatto che è preoccupato del fatto che Israele possa essersi spinto troppo in là?". Glaciale e controllata la risposta dell'ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti, che non ha in alcun modo avvalorato l'ipotesi di una gaffe:

In queste situazioni è difficile. Ho reagito ovviamente in un modo comune a tutti quando si tratta di bambini e civili. La guerra è difficile. L’ho detto pubblicamente e lo ripeto», puntualizza, tornando poi alla versione ufficiale di Washington: «Difendiamo il diritto di Israele a fare quello che sta facendo.

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