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Jihadi John, intelligence britannica sotto accusa: “Tentarono di arruolarlo”

Dopo la rivelazione dell’identità del boia dell’Isis, in Gran Bretagna critiche ai servizi di sicurezza accusati di esserselo fatti sfuggire nonostante lo avessero sotto osservazione da tempo.
A cura di Antonio Palma
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Dopo le rivelazioni dell'identità del boia dell'Isis conosciuto come Jihadi John, in Gran Bretagna è bufera sui servizi di intelligence del Paese. L'uomo infatti è stato identificato dalla stampa locale come Mohammed Emwazi, un informatico 27enne londinese di origine kuwaitiana che per decenni ha vissuto nel Regno Unito ed era già noto alle forze di sicurezza. Anche il comitato parlamentare per l'intelligence e la sicurezza ha assicurato che si "cercheranno risposte" dai servizi segreti per capire come sia stato possibile che l'uomo sia riuscito a raggiungere la Siria da dove non è più tornato. Accuse pesanti che potrebbero mettere a rischio anche i vertici dell'Mi5. Secondo i media britannici in effetti l'uomo era già nel mirino dell'agenzia di sicurezza da oltre sei anni e sarebbe stato anche fermato e interrogato diverse volte. Il primo coinvolgimento con il terrorismo risale infatti al 2007, quando risulta coinvolto in una cellula di Londra ispirata ad al Shabab. Sempre secondo i media locali, Emwazi fu fermato su richiesta delle autorità britanniche mentre cercava di entrare in Tanzania e poi successivamente gli sarebbe stato negato anche l'ingresso in Kuwait, sempre su richiesta delle autorità britanniche, e quindi rientrato a Londra.

"Tentarono di arruolarlo"

Sicuramente secondo i criteri stabiliti da Londra il 27enne doveva essere costantemente tenuto sotto controllo anche perché frequentava ambienti dell'estremismo islamico. Un particolare ancora più incredibile se dovesse risultare vero è quello che indica l'intelligence impegnata a reclutare lo stesso Emwazi come informatore. Secondo quanto riporta il Times, i servizi segreti avrebbero avuto diversi contatti con lui per trasformarlo in un informatore non riuscendoci. Nonostante tutto questo, però, il 27ennne è riuscito comunque a lasciare il paese e a unirsi allo Stato islamico in Siria. Questo ed altro i servizi britannici dovranno ora spiegare alle autorità di Londra che vogliono chiarezza.

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