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Istat, Italia paese di figli unici innamorati della tecnologia: é quanto emerge dal rapporto ‘Infanzia e vita quotidiana’

Nuclei familiari con genitori single e con un solo figlio a carico e bambini sempre più appassionati di tecnologia: questi alcuni aspetti emersi dall’indagine Istat chiamata “Infanzia e vita quotidiana”, condotta sulle famiglia italiane. Un quadro demografico che ha subito sostanziali modifiche dal 1998 ad oggi.
A cura di Daniela Caruso
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Istat, Italia paese di figli unici innamorati della tecnologia, quanto emerge dal rapporto ‘Infanzia e vita quotidiana’

Secondo il rapporto Istat , denominato “Infanzia e vita quotidiana”, aumentano sempre più le famiglie con un figlio unico, il quale vive con entrambi i genitori o con madri o padri single. I bambini che stanno crescendo sono particolarmente dipendenti dalla tecnologia. Tanti i minori che, fin da piccolissimi, hanno a disposizione un telefono cellulare, usato non solo per chiamare ma anche per navigare in rete, un pc o un tablet. Incrementa il numero dei bambini che non hanno né fratelli né sorelle: si stima che, dal 1998 al 2011, la percentuale dei bambini senza fratelli è passata dal 23,8% al 25,7%, i minori con due o più fratelli sono calati dal 23,1% al 21,2%, mentre restano sostanzialmente stabili i bambini con un solo fratello/sorella al 53,1%. Aumenta, inoltre, anche il numero di bambini che vivono con un solo genitore, che dal 6% del ’98, passano al 12% del 2011.

I nuclei familiari odierni sono sempre più caratterizzati da entrambi i genitori occupati in mansioni lavorative. Tali strutture familiari rappresentano il 41,5%. L’Italia, in tal senso, si allontana dall’immagine di un nucleo familiare che vede padre lavoratore e madre casalinga. Questo mutamento deriva anche dalla crisi economica che si è sviluppata in questi anni e che non permette alle famiglie di vivere con un solo stipendio. Al Nord i ragazzi con entrambi i genitori occupati superano il 51%, mentre al Sud la percentuale si abbassa al 24,3%.

La crisi finanziaria non è l’unica causa di questi cambiamenti: anche il calo della fecondità e l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro hanno avuto un ruolo decisivo nell’abbassamento della procreazione e nello sviluppo di nuclei familiari caratterizzati da genitori single, separati o divorziati. Le donne che lavorano, infatti, devono riorganizzare la loro vita se intendono avere un figlio, soprattutto se anche il proprio partner lavora. Se la madre o il padre non possono occuparsi del neonato, è necessario che essi ingaggino una tata o, in altri casi, rivolgersi agli asili nido, con spese che vanno ad aggravarsi sullo stipendio totale. I più fortunati, invece, possono avvalersi di nonni che si offrono per prendersi cura dei propri nipoti.

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