726 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Un italiano vale 342mila euro, le donne la metà degli uomini”

Per la prima volta l’Istat stima il capitale umano: la cifra, riferita al 2008, riguarda le attività di mercato. Il valore dello stock totale di capitale umano è di circa 13475 miliardi di euro. Italia indietro rispetto ai big Ocse.
A cura di S. P.
726 CONDIVISIONI
Immagine

Il capitale umano di ciascun italiano equivarrebbe a circa 342mila euro. A dirlo è l’Istat che per la prima volta diffonde informazioni sperimentali circa il valore monetario attribuibile allo stock del capitale umano, cioè la capacità di generare reddito. La cifra, che fa riferimento al 2008, riguarda le attività di mercato. Il valore dello stock totale di capitale umano è di circa 13.475 miliardi di euro. L’Istat spiega che “la stima monetaria calcolata a livello nazionale per lo stock di capitale umano dà una misura sperimentale dell’entità di questa dotazione di capitale rispetto alla ricchezza prodotta nel Paese”. Il metodo di calcolo usato considera il valore attuale del reddito da lavoro lungo il ciclo di vita previsto tenendo conto di possibili cambiamenti della retribuzione, di ulteriore istruzione che si può acquisire, di modelli differenziali di partecipazione alla forza lavoro e della mortalità. Si tiene conto della formazione, delle condizioni del mercato del lavoro e delle tendenze demografiche. “Forti appaiono le differenze di genere nella dotazione di capitale umano: il 66 per cento dello stock complessivo si concentra nella componente maschile, per la quale il capitale umano pro capite è pari a 453 mila euro contro i 231 mila euro delle donne”, rileva l’Istat, sottolineando dunque la capacità di generare reddito ridotta quasi della metà per le donne.

Un altro divario si ritrova comparando le diverse fasce d'età: il capitale umano pro-capite di un giovane è pari a oltre 556 mila euro, contro i 293 mila euro dei lavoratori nella classe centrale (35-54anni) e ai soli 46 mila euro dei lavoratori tra 55 e 64 anni. Anche se va rilevato – spiega l’Istat – che l'alto livello della disoccupazione giovanile suggerisce forte incertezza circa la possibilità per i giovani di inserirsi nei processi produttivi. È quindi possibile “che sia realistico rivedere al ribasso la stima dei redditi da lavoro attesi e di conseguenza quella del valore del capitale umano complessivo del Paese”. L'Italia sconta inoltre “un rilevante gap in termini di stock di capitale umano” rispetto ai principali Paesi Ocse. L'Italia è ultima tra Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia e Spagna, ovvero tra gli stati che hanno aderito al progetto Human Capital dell'Ocse. Nel 2006 il nostro Paese “presenta una più bassa incidenza di capitale umano sul Pil nominale: 8,8 volte il Pil contro le oltre 11 volte della Spagna o le 10 volte e mezzo degli Stati Uniti”.

726 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views