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Iraq, la giornalista Shifa Gardi uccisa da una mina. Raccontava la battaglia di Mosul

La reporter, 30 anni, lavorava per l’emittente televisiva curda Rudaw: il cameraman che lavorava insieme a lei è rimasto ferito.
A cura di Davide Falcioni
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Si trovava a Mosul per raccontare la guerra in Iraq e la lenta riconquista della città da parte delle forze governative contro gli uomini dello Stato Islamico. Stava facendo quello che amava – e per cui si era formata – quando è rimasta uccisa dall'esplosione di una bomba – probabilmente una mina antiuomo – in mezzo a una strada. Così è morta Shifa Gardi, 30 anni, giornalista dell'emittente televisiva curda Rudaw. E' stata proprio la tv a dare la notizia della scomparsa della reporter, descritta come una delle più "coraggiose in circolazione" e anche come una vera e propria "stella mediatica nella regione del Kurdistan" iracheno.

Shifa Gardi raccontava la guerra contro l'Isis in Iraq

Shifa Gardi aveva intrapreso la carriera giornalistica nel 2006 e conduceva un programma sulla battaglia contro il gruppo terrorista Stato islamico nel nord dell'Iraq, dal lancio dell'offensiva a Mosul dello scorso ottobre. Volto noto per gli spettatori curdi, si era laureata alla Salahaddin University di Erbil, nel Kurdistan iracheno. L’ultimo servizio della reporter era andato in onda poche ore prima della sua morte. Rukmini Callimachi, collega del New York Times specializzata in terrorismo che in questi giorni si trova nella città irachena per seguire quella che potrebbe essere la battaglia decisiva per la liberazione del paese da Daesh, ha definito Gardi "una giovane donna che stava lavorando come giornalista in una zona del mondo dove ancora oggi è raro vedere giornaliste donne". Il cameraman che lavorava alla reporter, Yunis Mustafa, è rimasto ferito.

Al momento non è stato reso noto se la bomba che ha ucciso la giornalista sia stata piazzata da miliziani dello Stato Islamico oppure da militari delle forze governative: quel che è certo è invece che l'offensiva a Mosul è entrata nel vivo dopo l'annuncio di domenica scorsa del primo ministro iracheno Haider al-Abadi della completa liberazione della parte orientale della città.

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