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Inchiesta petrolio, il dossier anonimo sulle “spese pazze” di De Giorgi

Nell’inchiesta che ha portato alle dimissioni della Guidi spuntano documenti sul capo di stato maggiore della Marina: “Festini, cene di lusso e scambi di interessi con il fidanzato della ex ministra”. Le carte sono state inviate a Palazzo Chigi e al ministero della Difesa. La replica della marina: “Fatti inesistenti”.
A cura di Biagio Chiariello
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Imbarcazioni super accessoriate, cene in ristoranti prestigiosi, ragazze a bordo di elicotteri militari adoperati come una sorta di servizio taxi volante per portarle in giro e ancora festini a bordo della nave Vittorio Veneto. Nuovi particolari arrivano sull’inchiesta sul petrolio della Basilicata e rischia di travolgere ulteriormente l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina Militare, già finito nel registro degli indagati della procura di Potenza. Diversi quotidiani italiani stamattina aprono citando un dossier anonimo che sarebbe stato , inviata da quello che sembra essere un ex collega di De Giorgi e consegnato dai magistrati, alla presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa, nell’ambito della vicenda che è costata la poltrona al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.

Inchiesta petrolio, il dossier-accusa su De Giorgi

Si tratta di “un documento dettagliato, arricchito da numerosi atti ufficiali e pezze d'appoggio originali. Trentacinque pagine ricche di episodi scabrosi” scrive Repubblica che fa riferimento in particolare a “due vicende che potrebbero accelerare l'uscita di scena del Capo di Stato Maggiore della Marina”. La prima risale al giugno del 2013: De Giorgi visita una fregata nei cantieri di Fincantieri a Muggiano (La Spezia), nella quale si stavano completando le ultime fasi di allestimento. "Non gradendo la ripartizione delle aree destinate al quadrato ufficiali ed equipaggio – scrive l'anonimo – e dei camerini destinati al comandante e all'eventuale Ammiraglio presente a bordo", De Giorgi ordinò ai dirigenti del cantiere presenti di "attuare senza alcun indugio" alcune modifiche indicate a voce “anche in assenza dei preventivi e dei necessari atti amministrativi". Un mese dopo, Fincantieri avrebbe presentato un "punto di situazione" dove si "chiedeva il pagamento" di 12 milioni 986 mila euro per la modifica dei quadrati, e di 30 milioni di euro per i camerini”. Spese folli che portarono alle dimissioni del direttore degli Armamenti Navali, l'ammiraglio Ernesto Nencioni.

La super nave

Il secondo caso rivelato dal dossier anonimo riferisce invece dello stanziamento straordinario di oltre cinque miliardi di euro per il rinnovo della flotta. “Una questione determinante anche per l'indagine di Potenza”, scrive Repubblica. Secondo l'accusa dei pm lucani, De Giorgi avrebbe chiesto l'intervento di Gianluca Gemelli per far sbloccare dal ministro Federica Guidi questi stanziamenti. “Tra le navi finanziate ci sarebbe anche un mezzo lungo 32 metri che a pieno carico arrivi a 70 nodi, ossia 110 chilometri all'ora. Compito di questa super imbarcazione è trasportare squadre di incursori del Comsubin alla massima velocità.  Il tutto con materiali stealth invisibili ai radar. Il contratto risulta essere stato affidato da De Giorgi alla società Aeronautical service senza nessuna gara. Con una spesa di 30 milioni di euro. Tutti gli atti sull'acquisto del superscafo risultano secretati e non sono mai state diffuse informazioni sul disegno del mezzo”.

Le altre spese pazze dell'ammiraglio

Ma come riporta il Corriere della Sera, il documento in questione contiene anche accuse molto precise. "Famosi – si legge – sono stati i festini organizzati dal comandante a bordo della Vittorio Veneto in navigazione, con tanto di trasferimento a mezzo elicottero di signorine allegre e compiacenti. O di quella volta, sempre da comandante della Vittorio Veneto in sosta a New York, che accolse gli invitati ad un cocktail a bordo, in sella a un cavallo bianco appositamente noleggiato". E nelle pagine consegnate dalla procura a Palazzo Chigi si parla anche di cene in ristoranti di lusso con numerosi invitati per brindare allo sblocco dei finanziamenti. Secondo il dossier anonimo, "le spese per il capo di Stato maggiore sono state sottratte alla rendicontazione amministrativa". E ancora: "Tutti sapevano e tutti, per paura delle sue vendette, tacevano circa l'uso improprio che l'ammiraglio, una volta diventato capo delle Forze Aeree della Marina, faceva degli elicotteri e soprattutto del velivolo Falcon 20 che in versione Vip lo trasportava continuamente come in un taxi (spesso in allegra compagnia da una parte all'altra dell'Italia, per l'esaudimento di interessi personali ma a spese del contribuente)".

La replica della Marina: "Fatti inesistenti"

Da parte sua la marina, con una nota, nega tutte le accuse e spiega che "i fatti contenuti nel dossier anonimo comparso sugli organi di stampa, forse dettati dall'autore per tutelarsi dal reato di calunnia, sono totalmente inesistenti".

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