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In rivolta anche il Marocco: il cugino del re sta coi manifestanti

Anche in Marocco, come in molti paesi arabi e nordafricani, i cittadini stanno chiedendo riforme e giustizia sociale. Ieri, nel corso di alcuni scontri, hanno perso le vita 5 persone.
A cura di Alfonso Biondi
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Disordini in Marocco

Il nuovo vento africano sta soffiando sempre più forte. E' un vento caldo, è un vento di protesta, è un vento di cambiamento. Dall'Egitto alla Tunisia, passando per la Libia (dove nella notte il figlio di Gheddafi ha minacciato la guerra civile), lo Yemen, l'Iran, il Bahrein, la gente chiede riforme e vuole lasciarsi alle spalle i soprusi e le angherie di governi che di democratico hanno ben poco.

E il vento, in queste ore, sta soffiando anche sul Marocco. Ieri migliaia di manifestanti hanno sfilato pacificamente per le strade di Casablanca, di Rabat e di altre città del Paese per chiedere la limitazione dei poteri del re e una nuova Costituzione. La manifestazione era stata convocata su Facebook ed era stata ribattezzata "Movimento del 20 febbraio".

Manifestazione pacifica si è detto che, però, in alcune zone del Paese è degenerata. Nel Nord del Marocco ad Al Hoceima sono morte carbonizzate 5 persone: nel corso di alcuni scontri con la polizia, alcuni manifestanti hanno dato fuoco a un banca dove, appunto, si trovavano 5 persone che nel rogo hanno perso la vita. Incidenti anche a Larache e a Marrakech, dove dei facinorosi hanno saccheggiato alcuni edifici pubblici e alcuni negozi.

A rendere noto il bilancio degli scontri di ieri è il Ministro degli Interni marocchino Taib Cherkaoui che ha quantificato in 128 il numero dei feriti, 115 dei quali agenti di polizia. 120 persone, infine, sono state arrestate per aver provocato disordini. Taib Cherkaoui commenta gli scontri come frutto di azioni isolate di alcuni "provocatori", ma la sensazione è quella che anche qui, come negli altri paesi arabi e nord africani, la situazione possa precipitare da un momento all'altro.

Secondo fonti locali, nelle prossime ore il re Mohammed VI dovrebbe annunciare alla nazione i nuovi provvedimenti che intende prendere in materia di riforme. Intanto suo cugino Moulay Hicham El Aloui ha fatto sapere che darà il suo appoggio ai manifestanti purché i toni delle proteste siano pacifici. E il vento africano continua a soffiare.

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