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Il Moma in protesta contro Trump per il bando anti-musulmani, dannoso anche per l’arte

È stato definito “inutilmente distruttivo” il bando anti-musulmani firmato da Donald Trump, lesivo di libertà e pericoloso anche per le forti limitazioni che imporrebbe ad arte e cultura. E il Moma reagisce così.
A cura di Silvia Buffo
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Il Museo di New York, Moma, in protesta contro Trump
Il Museo di New York, Moma, in protesta contro Trump

In corso l'iniziativa contro Trump da parte del Moma: "Vogliamo affermare gli ideali di accoglienza e libertà, alla base della cultura di questo museo e degli Stati Uniti". Il Moma di New York, il più importante museo d'arte moderna d'America, ha in tal modo reagito al bando anti-musulmani, firmato sabato scorso dal presidente americano Donald Trump e tenuto al momento in standby da un giudice di Seattle. La collezione, al quinto piano dell'edificio, si arricchisce così di lavori di artisti provenienti dai sette paesi colpiti, Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Sudan, Siria e Libia. Al fianco di ogni opera, la didascalia: "Questo lavoro è stato realizzato da un artista di una nazione ai cui cittadini è stato negato accesso negli Stati Uniti. La sua esposizione vuole affermare gli ideali di accoglienza e libertà, alla base della cultura di questo museo e degli Stati Uniti".

La più grande protesta contro Trump nel panorama culturale

Alle undici del mattino di sabato scorso, le sale del quinto piano si sono gremite giusto il tempo di leggere la notizia sul New York Time. Accanto alla celebre Danza di Matisse, un enorme ed intricato lavoro, dove geroglifici e corpi si confondono, dell'iraniano Charles Hossein Zenderoudi. Ed ancora al posto di Picasso un modernista sudanese, Ibrahim el-Salahi, e vicino a "Notte stellata" di Vincent Van Gogh, un panorama di Hong Kong dipinto da Zaha Hadid, l'artista anglo-irachena scomparsa lo scorso anno.

La protesta si espande oltre le sale del Moma

Il Moma non è il solo contesto in cui avanza la protesta contro il bando, che nonostante sia bloccato potrebbe inaspettatamente riservare sorprese da parte della Casa Bianca. James Cuno del Getty di Los Angeles ha parlato di "bando inutilmente distruttivo" ed ancora molto interessente ed efficace è l'esempio di Thomas Campbell, direttore del Metropolitan Museum di New York, che ha illlustrato come il bando possa avere delle enormi limitazioni anche dal punto di vista della divulgazione culturare e artistica, ricordando come la mostra "Assyria to Iberia at the down of classical age", circa le influenze dell'arte assira su quella classica, non sarebbe stata possibile sotto le regole di Trump, troppo determinato a tacciare come ‘terroristi' questi maestri dell'arte.

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